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Vaiolo delle scimmie: primo caso in Svizzera, è nel canton Berna

L'eruzione cutanea tipica del vaiolo delle scimmie sulle mani di un paziente in Africa, continente dove di solito si osserva questa malattia. KEYSTONE/AP sda-ats

(Keystone-ATS) Un primo caso di vaiolo delle scimmie è stato rilevato in Svizzera. Lo ha annunciato oggi il Dipartimento della sanità bernese, precisando che si tratta di una persona residente nel cantone che è stata esposta al virus all’estero.

Un tracciamento dei contatti, così da identificare eventuali catene di trasmissione, è stato effettuato, indicano le autorità cantonali in una nota. Tutte le persone che hanno avuto rapporti con l’interessato sono state informate. Il contagiato sta ricevendo un trattamento ambulatoriale e si trova in isolamento presso il suo domicilio.

Questo primo caso sospetto di vaiolo delle scimmie è stato segnalato ieri al Servizio del medico cantonale bernese e all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Le successive analisi di laboratorio hanno permesso di confermare la diagnosi nel pomeriggio odierno.

Questa patologia è una variante generalmente meno pericolosa del vaiolo, debellato da una quarantina d’anni. I sintomi inizialmente sono febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e alla schiena, ingrossamento dei linfonodi. In uno-tre giorni si manifesta poi un’eruzione cutanea, in primis sul viso e in seguito sul resto del corpo, con la formazione di vesciche, pustole e croste.

Diversi casi sono emersi di recente in svariati Paesi europei e non solo. Fra le nazioni colpite vi sono ad esempio le confinanti Italia, Francia e Germania.

Chi rientra da un viaggio in una delle zone a rischio (Africa occidentale e centrale) dovrebbe sorvegliare il proprio stato di salute e consultare un medico nell’eventualità di sintomi, raccomanda l’UFSP sul proprio sito web. Il virus è considerato come moderatamente trasmissibile all’essere umano. Il contagio avviene attraverso goccioline di grandi dimensioni e un contatto stretto con persone o animali infetti.

La comunità scientifica giudica possibile che la trasmissione aumenti in caso di rapporto sessuale con un contagiato. Gli uomini che hanno relazioni con altri uomini sembrano presentare un rischio supplementare di infezione.

Non esiste un vaccino specifico contro il vaiolo delle scimmie. L’UFSP precisa però che quelli contro il vaiolo di prima e seconda generazione garantiscono una protezione efficace. Da ricordare comunque come, sebbene esistano casi di decorsi gravi, nel complesso la prognosi sia favorevole: la maggior parte delle persone colpite dalla malattia guarisce nel giro di alcune settimane.

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