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Verso una sorveglianza centralizzata della piazza finanziaria

La maggioranza degli svizzeri si dice soddisfatta del settore bancario Keystone

Per migliorare l'immagine del settore, la Camera del popolo ha approvato mercoledì la creazione di un'unica autorità di controllo delle banche, delle assicurazioni e degli altri intermediari finanziari.

Secondo un sondaggio, pubblicato lo stesso giorno, le banche elvetiche godono già oggi di un’ottima reputazione in Svizzera.

La sorveglianza delle banche, delle assicurazioni e degli altri intermediari finanziari va riunita sotto un solo tetto. Con 119 voti contro 44, il Consiglio nazionale ha approvato un progetto volto a centralizzare la sorveglianza della piazza finanziaria elvetica.

La nuova Autorità di vigilanza federale sui mercati finanziari (FINMA) dovrà riunire la Commissione federale delle banche, l’Ufficio federale delle assicurazioni private e l’Autorità di controllo in materia di lotta contro il riciclaggio di denaro.

Obiettivo dell’operazione: adattare il controllo all’evoluzione di un settore sempre più complesso e renderlo più efficace.

La creazione di una sorveglianza integrata – ha sottolineato il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz durante il dibattito parlamentare – consentirà di avere maggior peso in qualità d’interlocutore sulla scena internazionale. Il consigliere federale ha tenuto a ricordare che, recentemente, anche il Fondo monetario internazionale (FMI) si è espresso in favore di questo progetto.

Intervento considerato urgente

La Camera bassa ha quindi respinto una proposta di rinvio dell’Unione democratica di centro (UDC), che avrebbe voluto sottoporre alla nuova autorità anche la sorveglianza delle casse pensioni, delle fondazioni d’investimento, della Suva e di PostFinance.

Una buona parte del Consiglio nazionale era d’accordo con questa proposta. Tuttavia, sia la destra che la sinistra l’hanno alla fine ritenuta controproducente a questo stadio.

Il rinvio dell’intero progetto al governo, come sollecitato dai rappresentanti dell’UDC, avrebbe prolungato ulteriormente i termini per l’istituzione della nuova autorità di vigilanza federale.

A detta della maggioranza dei deputati occorre invece agire con urgenza. Non va poi nemmeno dimenticato che sono già in cantiere revisioni concernenti il Secondo pilastro (casse pensioni) e La Posta.

Tutto sommato è in gioco la credibilità della Svizzera, ha sottolineato il rappresentante del Partito liberale radicale Charles Favre, a nome della commissione. Secondo il deputato vallesano, se non si passa all’azione, si rischiano “gravi” conseguenze, sia per i clienti che per l’economia e il paese.

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Immagine sempre buona in Svizzera

Stando ad un sondaggio pubblicato mercoledì dall’Associazione svizzera dei banchieri (SwissBanking), le banche svizzere continuano a godere di una buona reputazione tra la popolazione elvetica.

Il 59% delle persone interrogate ha infatti indicato di avere un atteggiamento positivo o molto positivo nei confronti delle banche svizzere. L’immagine è pertanto rimasta stabile sullo stesso livello dell’anno scorso.

Due terzi degli intervistati considerano che l’industria finanziaria sia il ramo economico di maggior importanza in Svizzera. Il 63% ritiene inoltre che gli istituti finanziari prestano un contributo prezioso per i paese, con il loro impegno in ambito sportivo, culturale e sociale.

La stragrande maggioranza degli interpellati sostiene infine chiaramente la salvaguardia del segreto bancario, pur prevedendo che le pressioni internazionali in favore di una sua soppressione siano destinate ad aumentare nei prossimi anni.

swissinfo e agenzie

Il 59% delle 1005 persone interrogate dichiarano di avere un’immagine positiva delle banche svizzere.

L’89% ritiene che la piazza finanziaria elvetica gode di una buona reputazione professionale all’estero.

Il 67% considera che l’industria finanziaria sia il ramo economico di maggior importanza in Svizzera.

Il 76% respinge chiaramente l’idea di sopprimere il segreto bancario.

Il 73% ritiene tuttavia che il segreto bancario sarà sottoposto in futuro a crescenti pressioni internazionali.

Il sondaggio è stato realizzato in gennaio dall’Istituto M.I.S. Trend. Margine di errore: +/- 3,1%.

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