Prospettive svizzere in 10 lingue

Aiuto umanitario in mostra: il programma svizzero in Kosovo

Tra gli aiuti svizzeri, anche l'invio di capi di bestiame in Kosovo. DEZA / Tony Allen

Lunedì sera ha aperto i battenti nel Palazzo federale a Berna una mostra dedicata al programma d'aiuti svizzero per il Kosovo. Un'occasione per parlare del rimpatrio dei profughi kosovari e della presenza svizzera nella provincia balcanica.

L’esposizione fotografica a Palazzo federale, come ha dichiarato a swissinfo il portavoce della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) Fred Lauener, vuole essere sia un primo bilancio del programma di rimpatrio e reinserimento dei rifugiati e di aiuto al Kosovo dell’Ufficio federale dei rifugiati (UFR) e della DSC, sia soprattutto un modo per “guadagnare il consenso del pubblico per un’operazione così grande.”

In effetti, l’aiuto svizzero al Kosovo è, come conferma lo stesso Lauener, una sorta di “progetto pilota”, in cui per la prima volta si sperimenta la collaborazione tra uffici diversi – DSC e UFR, ma anche il Dipartimento degli affari esteri, la missione militare Swisscoy e il Segretario di Stato per l’economia (seco) – in un comune programma d’aiuto, coordinato dalla DSC.

Nel suo complesso, il programma si articola in due momenti: il primo è il rimpatrio dei profughi kosovari, di competenza dell’UFR. Dopo la fine delle operazioni militari NATO in Kosovo e lo stazionamento di truppe ONU nella provincia, il 16 agosto 1999 il Consiglio federale ha revocato l’accoglienza collettiva per ragioni umanitarie di circa 60’000 kosovari in Svizzera.

In seguito a questa decisione l’UFR ha elaborato un programma per il rimpatrio dei profughi, che prevedeva incentivi per il rientro volontario. In una prima fase del programma, terminata il 31 gennaio scorso, più di 18’000 persone sono tornate in Kosovo ottenendo aiuti finanziari e materiali. È quindi seguita una seconda fase di rientri, che si concluderà il 31 ottobre. Chi vi è incluso riceve la metà dei contributi previsti per la fase uno.

Al momento il totale dei rimpatri volontari si aggira sulle 32’000 persone. 20’000 kosovari potranno rimanere temporaneamente in Svizzera, mentre per gli altri il rimpatrio è forzato. Dei rimpatri forzati, però, nella mostra non si parla. Nel luglio 2000 sono stati 744, in luglio più di 1800.

L’altro momento del programma d’aiuti svizzero al Kosovo si svolge in loco. Nel 1999 sono stati spesi 40 milioni di franchi per l’aiuto umanitario nella provincia balcanica: fra gli interventi urgenti, da segnalare la costruzione di alloggi di prima accoglienza, la ricostruzione di case, ospedali, scuole e l’invio di 500 bovini destinati alle famiglie contadine. Nel 2000 le spese alla stessa voce sono di 43 milioni di franchi, investiti sia in interventi di prima necessità, sia nelle scuole, nell’approvvigionamento di acqua potabile, nell’agricoltura, in progetti per le minoranze etniche.

Altri fondi, 3 milioni nel 1999 e 13 nel 2000, sono confluiti nella cooperazione tecnica: ad esempio nella creazione di Radio Blue Sky, nella stampa di libri scolastici, nella realizzazione di un catasto, nella formazione del personale penitenziario…

La mostra inaugurata martedì a Palazzo federale, sarà successivamente ospitata nei locali della DSC, poi dell’UFR, quindi del Käfigturm a Berna, per prendere poi la via dei cantoni.

Andrea Tognina

Articoli più popolari

I più discussi

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR