Anche il Consiglio nazionale dice no all’Admiral di Mendrisio
Niente lex-specialis per il casinò di Mendrisio. Il Consiglio nazionale ha respinto una modifica di legge ad hoc che avrebbe permesso al Kursaal ticinese di riaprire provvisoriamente i battenti.
La lunga e avvelenata polemica giuridico-politica tra Berna e il casinò Admiral di Mendrisio è giunta al suo epilogo. Per 103 voti a 30, il Nazionale ha infatti bocciato una modifica della legge sulle case da gioco che avrebbe permesso a Mendrisio di beneficiare di una concessione provvisoria ancora sotto regime cantonale, nonostante Berna ne avesse già negata una in precedenza in base al diritto federale.
Nel 1999 era infatti entrata in vigore la nuova legge federale sulle case da gioco che ha attribuiva alla Confederazione la competenza di condedere delle autorizzazioni provvisorie agli stabilimenti già in attività fino alla deliberazione di quelle definitive.
La proposta di modificare ad hoc la normativa federale era stata inoltrata dal senatore ticinese Filippo Lombardi (PPD) come reazione alla decisione di Berna di non concedere la moratoria. Una decisione che secondo i rappresentanti era stata viziata da gravi manchevolezze suscitando una aspra controversia giuridico-politica.
L’insistenza e gli argomenti dei rappresentanti ticinesi aveva spinto anche la Delegazione della gestione del parlamento ad occuparsene. Nonostante la Delegazione avesse riscontrato errori di procedura da parte del governo.
Nonostante nei giorni scorsi molte voci lasciavano credere che Mendrisio l’avrebbe spuntata (la proposta Lombardi era stata accettata dal Consiglio degli Stati durante la sessione di Lugano), la lobby dei casinò è uscita sconfitta. Una lobby che conta attualmente in parlamento una decina di deputati con incarichi in consigli di amministrazione di società-casino e molti altri con legami più o meno diretti e trasparenti con questo settore.
Al Nazionale si è costituito un gruppo parlamentare che si batte per la
difesa di questi interessi. La posta in gioco ammonta infatti a diverse
centinaia di milioni, una somma che fa gola a molti ma che non tutti
riusciranno a conquistare.
Per Mendrisio, che avrebbe potuto tenere aperto i battenti soltanto per 4 mesi, la lobby non ha ritenuto opportuno modificare una legge federale pregiudicando la propria immagine. Ma c’è da scommettere che in attesa delle concessioni definitive (da 4 a 8 Grand Casino e da 10 a 15 kursaal) che il governo attribuirà il prossimo autunno, i “casinisti” non lesineranno gli sforzi.
Luca Hoderas

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