Calmy-Rey alla scoperta di Israele
Durante la seconda tappa della sua visita in Medio Oriente, Micheline Calmy-Rey visita per la prima volta Israele.
Israele si è lamentato della campagna ostile nei suoi confronti condotta dai parlamenti cantonali e dai media svizzeri e ha chiesto alla ministra di intervenire.
Prosegue il viaggio di Micheline Calmy-Rey in Medio Oriente.
Dopo aver fatto tappa a Gaza per incontrare il suo omologo palestinese Nabil Shaat, la ministra degli affari esteri si è diretta alla volta di Gerusalemme, per ricordare le vittime dell’Olocausto ed incontrare le autorità israeliane.
La consigliera federale ha potuto constatare personalmente le difficili condizioni di vita in cui versano i residenti dei territori occupati e, durante gli incontri ufficiali con le autorità israeliane e palestinesi, ha ricordato il ruolo della Svizzera nel processo di pace in Medio Oriente.
Vittime dell’olocausto
Domenica mattina, la responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha visitato a Gerusalemme il memoriale dell’Olocausto, Yad Vashem. Dopo un momento di raccoglimento nella cripta della deportazione, Calmy-Rey ha deposto una corona di fiori a nome della Svizzera.
«Sono venuta qui per onorare la memoria di sei milioni di ebrei uccisi, vittime della demenza, dell’innominabile. A nome del governo e del popolo svizzero, esprimo il mio dolore e la speranza che questo non si ripeterà mai più», ha scritto poi sul Libro d’oro.
Iniziativa di Ginevra
Domenica, il programma della ministra elvetica prevedeva l’incontro con il presidente israeliano Moshé Katsav e il ministro degli esteri Sylvan Shalom.
Durante i colloqui ufficiali, Micheline Calmy-Rey ha sottolineato l’importanza del rispetto delle Convenzioni di Ginevra, di cui la Svizzera è depositaria.
In una risoluzione adottata nel luglio del 2004, le Nazioni Unite avevano chiesto lo smantellamento del muro eretto in Cisgiordania. Il documento invitava inoltre la Svizzera, in quanto Stato depositario delle Convenzioni di Ginevra, a condurre la consultazione e a fare rapporto all’organizzazione internazionale sul rispetto del diritto umanitario nella regione.
Responsabilità elvetiche
La Svizzera ha preso sul serio il mandato conferitole dalle Nazioni Unite. Per il momento ha raccolto informazioni in modo informale presso un determinato numero di Paesi. Fra loro, anche Israele.
«Nella seconda tappa del nostro incarico procederemo a ulteriori consultazioni degli Stati interessati, stavolta però in maniera ufficiale. In seguito, redigeremo un rapporto per l’Assemblea generale dell’ONU. Secondo i risultati delle consultazioni convocheremo poi eventualmente una conferenza delle parti», ha affermato Micheline Calmy-Rey alla Radio svizzero-romanda.
La responsabilità della Svizzera nel processo di pace in Medio Oriente è stata evocata anche durante l’incontro di sabato a Gaza fra Micheline Calmy-Rey e il ministro degli esteri palestinese Nabil Shaat.
Migliorare le relazioni fra Svizzera e Israele
Da un comunicato del ministero degli affari esteri israeliano risulta che nelle relazioni fra i due Paesi sussite qualche attrito.
«Israele chiede al governo elvetico di impegnarsi per migliorare l’atmosfera di questa relazione. In particolare, la Svizzera dovrebbe meglio curare le esternazioni dei media e dei parlamenti regionali», si legge nella nota.
Con questa critica, Israele si riferisce alla risoluzione che il parlamento ginevrino ha adottato il 20 gennaio scorso, nella quale condanna apertamente la costruzione della barriera di sicurezza in Cisgiordania.
Da Gerusalemme, la consigliera federale ha affermato che il governo svizzero non ha mai cercato di dare un’immagine negativa di Israele nei media.
«Siamo troppo interessati alla pace e al dialogo», ha affermato.
Micheline Calmy-Rey ha inoltre tenuto a precisare che il governo federale non è responsabile di quanto decidono i legislativi cantonali e delle opinioni espresse dai media.
Niente incontro con Sharon
Il viaggio in Medio Oriente della ministra elvetica non prevede l’incontro con il primo ministro israeliano Ariel Sharon.
«Non è stato possibile organizzarlo. È però previsto un colloquio con i due vice-premier Shimon Peres e Ehud Olmert», ha precisato.
Micheline Calmy-Rey è inoltre decisa ad incontrare alcune famiglie israeliane e a visitare, nei pressi di Gerusalemme, il muro di sicurezza costruito da Israele per difendersi dai territori palestinesi.
swissinfo e agenzie
Durante la sua visita in Medio Oriente, la ministra svizzera ha evocato l’Iniziativa di Ginevra con ognuno dei suoi interlocutori ufficiali. Si tratta di un piano di pace alternativo, sostenuto dalla Svizzera.
Non inconterà il primo ministro Ariel Sharon, ma il suo programma prevede un colloquio con il presidente israeliano, il ministro degli affari esteri e i due vice-primi ministri.
L’ONU ha incaricato la Svizzera di presentare un rapporto sul rispetto del diritto umanitario nei territori occupati.
Dopo tre giorni di visita ai territori palestinesi, Micheline Calmy-Rey si è trasferita in Israele.
È la sua prima visita nello Stato ebraico e la prima visita di un ministro degli affari esteri elvetico dal marzo del 2001.
Il volume degli scambi fra la Svizzera e l’Israele raggiunge i 2,2 miliardi di franchi.
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