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Caso Cuomo: la Svizzera autorizza l’estradizione verso l’Italia

Il presunto boss del contrabbando, Gerardo Cuomo (qui in una foto d'archivio) è stato arrestato lo scorso maggio a Zurigo, su richiesta della giustizia italiana Keystone

Gerardo Cuomo, presunto boss del contrabbando di sigarette, sarà consegnato all'Italia: l'Ufficio federale di polizia ha infatti accettato la richiesta di estradizione presentata dalla magistratura italiana il 31 maggio scorso.

Arrestato il 10 maggio a Zurigo, ha trenta giorni di tempo per presentare ricorso al Tribunale federale. Gerardo Cuomo è accusato di far parte di un’organizzazione criminale di stampo camorristico-mafioso, attiva in Italia e in Montenegro, specializzata nel traffico di armi e stupefacenti, nel contrabbando di sigarette e in estorsioni. Cuomo è in particolare sospettato di aver riciclato sulla piazza finanziaria luganese milioni di franchi, frutto di tali attività.

La magistratura di Bari inoltre agli inizi di ottobre ha ufficialmente allargato e constestualizzato il caso, chiedendo il rinvio a giudizio di un’ottantina di persone, tra le quali otto svizzeri. Si tratta di cittadini elvetici o dimoranti nella confederazione, che avrebbero preso parte, alcuni con funzioni direttive altri con funzioni marginali, all’ideazione, alla programmazione e all’esecuzione di questo cartello criminale che ha scelto la Svizzera per riciclare.

Gli otto svizzeri, secondo la magistratura di Bari, hanno assicurato l’esportazione illegale dei capitali illeciti, organizzando pure la successiva immissione del denaro nel circuito bancario internazionale. Insomma, un “blanchissage” quasi impeccabile.

Tornando a Cuomo, l’ufficio federale di polizia ha precisato di averne concesso l’estradizione verso l’Italia solo in relazione al reato di partecipazione a un’organizzazione criminale, “in quanto il contrabbando di sigarette è un reato fiscale, per il quale la legge sull’assistenza giudiziaria non prevede l’estradizione”. La magistratura italiana non potrà quindi incriminare Cuomo per contrabbando.

In settembre il ministro della finanze italiano Ottaviano del Turco aveva mosso dure critiche alla Svizzera, accusata di non contribuire alla lotta contro il contrabbando. Del Turco aveva esortato la Svizzera a cambiare atteggiamento nei confronti del reato di contrabbando, che non può più essere considerato alla stregua di quarant’anni fa, ossia un’attività decadente sulla quale chiudere un occhio o anche due. Oggi il contrabbando, aveva sottolineato del Turco, si sposa con traffici di natura mortale, come le armi, la droga, i clandestini.

Dal 6 agosto il presunto contrabbandiere di bionde Cuomo si trova in detenzione preventiva nel canton Ticino: il suo caso ha scosso le sfere politica e giudiziaria della Svizzera italiana, portando all’arresto del Giudice Franco Verda, accusato di corruzione passiva, ripetuta violazione del segreto d’ufficio e favoreggiamento. Destituito dal Consiglio della magistratura, l’ex-presidente del Tribunale cantonale ticinese Verda non sarà più giudice.

Verda era intervenuto attivamente per far ottenere il permesso di soggiorno in Ticino a Cuomo. Avrebbe inoltre informato preventivamente Cuomo di una sentenza che riguardava la liberazione di una parte del denaro sequestrato al capo mafia Francesco Prudentino. Secondo il procuratore straordinario Luciano Giudici, il processo contro Verda dovrebbe essere istruito nel 2001.

La vicenda è stata una prima per il Cantone Ticino, non solo perché ormai si sa che un ex-giudice, l’ex-presidente del Tribunale penale cantonale Franco Verda, sarà processato in relazione ai suoi rapporti con Cuomo, ma anche perché si è scoperto tutto un backstage di comportamente illeciti, oppure discutibili.

Sono finiti in carcere preventivo e sono poi stati rilasciati, Desirée Rinaldi, moglie di Verda ed il figlio di Cuomo, Marco. Sono tuttora in carcere il funzionario giurista del Dipartimento istruzione e Cultura Alberto Zoppi, autore di diverse lettere anonime in relazione al caso Cuomo-Verda ed il suo amico-parente-legale Francesco Moretti, che si vantava presso la malavita italiana di avere relazioni preferenziali nell’amministrazione cantonale, per ricevere permessi di soggiorno in Ticino.
Nel suo studio legale di Lugano gli inquirenti hanno trovato la bellezza di 10 milioni di franchi in contanti.

Anche un altro legale, Marcello Quadri, legato professionalmente a Desirée Rinaldi, ha visto le mura delle celle pretoriali.

Marcello Quadri non è più oggetto di alcuna procedura penale

In data 20 dicembre 2012, il Ministero pubblico del Canton Ticino ha emesso un decreto di abbandono in merito il procedimento penale per truffa e riciclaggio di denaro nei confronti di Marcello Quadri.

Durante il mese d’agosto Verda ha trascorso quasi tre settimane in detenzione preventiva. La decisione del Consiglio della magistratura ha posto fine ad una brillante carriera giudiziaria. Il 59enne Verda, che ha studiato diritto a Friborgo, era stato assunto nel 1971 come cancelliere dal tribunale d’appello cantonale. Tre anni dopo era stato nominato giudice straordinario e nel 1988 era diventato presidente del tribunale penale cantonale. Già dopo la scarcerazione provvisoria in agosto, Verda aveva dichiarato di non potersi immaginare di ritornare al suo lavoro di magistrato e rispetto alle sue relazioni con Gerardo Cuomo, aveva ammesso di aver fatto errori.


swissinfo e agenzie

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