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La febbre del gioco d'azzardo dovrebbe contagiare tutta la Svizzera Keystone

A Lucerna si`è aperto il primo casinò in territorio svizzero. Nel giro di un anno la Svizzera dovrebbe diventare un paradiso del gioco d'azzardo.

American Roulette, Black Jack, Mini Punto Banco, Stud Pocker, Craps: giochi che ridiventeranno ben presto popolari anche in Svizzera. Dopo essere stati posti “sotto tutela” per oltre 70 anni, gli svizzeri potranno di nuovo vincere o perdere liberamente i propri soldi.

A Lucerna è stato inaugurato il 27 giugno il primo casinò svizzero. A inizio luglio seguiranno Baden e Berna. Entro pochi mesi anche Basilea, Lugano, Montreux e San Gallo avranno le loro sale da gioco in cui sarà possibile puntare, in un solo colpo, anche 10 o 20 mila franchi.

Da paese del proibizionismo, la Svizzera potrebbe trasformarsi in una Las Vegas europea. Con l’apertura di 7 casinò e 14 kursaal, sul territorio svizzero vi sarà in ogni caso la più forte concentrazione di case da gioco di tutto il continente.

Una lunga attesa

Dall’abolizione del gioco d’azzardo negli anni ’20, gli svizzeri sono stati a lungo costretti a sfogare la loro passione del gioco oltre frontiera. A Campione d’Italia, Divonne, Annemasse, Bregenz, Costanza o Lindau sono spuntati lussuosi casinò, dove i franchi svizzeri erano accolti a braccia aperte.

Sul territorio elvetico erano autorizzati finora soltanto i kursaal, con le loro modeste “boule”, definite anche sarcasticamente “baby-roulette”. Nel 1958 la puntata massima è stata portata da 2 a 5 franchi: un importo comunque troppo basso per dare qualche brivido agli amanti del tappeto verde.

Dal momento che circa mezzo miliardo di franchi uscivano ogni anno dalle tasche svizzere all’estero e sfuggivano quindi al fisco, all’inizio degli anni ’90 il Consiglio federale ha deciso di lanciare un nuovo tentativo per rompere il tabù del gioco d’azzardo. Stimolato dalla proposta di attribuire alle casse dell’AVS buona parte del gettito fiscale, nel 1993 il popolo svizzero ha approvato la soppressione del divieto sulle case da gioco con oltre il 70 % di voti favorevoli.

Enormi interessi in gioco

Per giungere all’apertura del primo casinò si è dovuto comunque aspettare ancora ben 9 anni. Prudente, il Consiglio federale ha voluto prendere tutto il tempo necessario per definire le regole legali di queste nuove attività pecuniarie. Un settore per il quale sussiste facilmente un pizzico di sospetto che la mano dei giocatori (o del croupier) sia più rapida dell’occhio delle autorità.

Ancora più laboriosa si è rivelata la procedura di scelta delle località alle quali sono state attribuite le concessioni per i 7 casinò di categoria A e i 14 di categoria B. Un vero e proprio gioco di equilibrio tra le pressioni di politici, cantoni, città e società candidate a gestire le nuove sale.

Enorme infatti la posta in gioco: i 21 esercizi potrebbero raggiungere un fatturato di 900 milioni di franchi all’anno, tre volte di più dei kursaal attuali. Una buona metà dei ricavi finiranno nelle mani del fisco.

L’importanza della nuova “piazza d’azzardo” svizzera è testimoniata dalla forte partecipazione di società straniere. Soltanto due case da gioco saranno interamente in mani svizzere e addirittura cinque apparterranno completamente a società austriache o francesi.

Ricadute economiche e turistiche

Altrettanto interessanti le ricadute economiche per le località prescelte. I casinò ospiteranno anche ristoranti, bar, concerti e spettacoli. Numerosi ristoranti e locali di divertimento spunteranno quasi sicuramente nelle loro vicinanze.

Effetti positivi sono attesi anche sul mercato del lavoro. Al casinò di Baden, il più grande della Svizzera, saranno impiegati già dall’inizio 220 collaboratori. Tra questi circa 90 croupier, una nuova professione che ha sollevato grande interesse.

“Non abbiamo dovuto pubblicare un solo annuncio per cercare dei croupier”, conferma Claudia Floreani, responsabile del personale a Baden. “Abbiamo ricevuto in pochi mesi centinaia di candidature spontanee dalla Svizzera e dell’estero”

Da non dimenticare anche l’impatto turistico. Per tener conto di questo fattore, il Consiglio federale ha favorito nella sua scelta numerose località turistiche, come San Moritz, Davos, Arosa, Crans-Montana, Montreux, Lugano o Muralto.

“È difficile fare dei calcoli precisi, ma prevediamo comunque che l’apertura del casinò dovrebbe portare ad un incremento del 10 % del flusso turistico” ritiene Mario Lütolf, direttore dell’Ufficio del turismo di Lucerna. “Un quarto dei nostri ospiti sono asiatici e un altro quarto americani: sono turisti che apprezzano molto il gioco d’azzardo”.

Sicurezza e controlli

L’apertura dei casinò solleva chiaramente anche timori e preoccupazione. Le autorità di Baden vogliono ad esempio premunirsi per evitare lo sviluppo di prostituzione e malavita nel quartiere attorno alla sede del casinò.

Altri interrogativi riguardano anche il riciclaggio di denaro sporco. “I dispositivi fissati dalla legge svizzera sono molto severi” afferma Stefan Harra, direttore del futuro casinò di Berna, che ha già alle spalle oltre 15 anni di esperienza all’estero.

Controlli di identità sono previsti all’entrata, anche per impedire l’acceso ai minori di 18 anni. “I dati personali devono essere sistematicamnte notificati per tutti coloro che cambiano più di 15 mila franchi in una serata” aggiunge Harra. Notevoli anche le misure sicurezza: decine di telecamere sorvegliano le operazioni sui tavoli da gioco.

Le vittime del gioco

La legge impone inoltre ai casinò di rispettare una serie di misure per prevenire le conseguenze più drammatiche della mania del gioco. Il personale deve essere ad esempio formato in modo da poter riconoscere rapidamente i “casi sociali”.

Nei loro confronti, le case da gioco sono chiamate ad applicare un divieto di accesso. I casinò devono, tra l’altro, collaborare attivamente con associazioni che si occupano di assistere le persone affette dalla mania del gioco. La Commissione federale delle case da gioco è incaricata di controllare il rispetto di queste regole.

“Il numero delle vittime della passione del gioco rischia di aumentare massicciamente nei prossimi anni, mettendo in crisi anche numerose famiglie” ammette Bernhard Meili, responsabile del settore prevenzione della salute presso l’Ufficio federale della sanità. Un programma di sensibilizzazione della popolazione e di prevenzione a livello nazionale non è comunque ancora previsto dalle autorità federali.

Ma vi è da … scommettere che verrà lanciato molto in fretta, non appena la Svizzera sarà diventata veramente “un paradiso del gioco d’azzardo”.

Armando Mombelli

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