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Friburgo: linea dura sui sans papiers

Keystone

Il governo friburghese ha chiesto a Berna la regolarizzazione di 21 degli 84 «senza documenti» che occupano dall'inizio di giugno la chiesa di St-Paul a Friburgo. Alle altre 63 persone è stato intimato l'ordine di lasciare la Svizzera.

All’elenco dei 21 sans-papiers, l’esecutivo friburghese ha aggiunto il nome di altre 15 persone, che non figurano fra gli occupanti di St-Paul. Gli altri sono invitati a lasciare la Svizzera «entro i migliori termini», ha indicato il capo del governo cantonale Claude Grandjean. «Non ci daremo tuttavia ad una caccia all’uomo», ha aggiunto il consigliere di Stato.

«La legge è la legge. Le persone che non accetteranno di collaborare rischiano l’applicazione di misure coercitive», ha avvertito da parte sua Thierry Steiert, capo servizio alla direzione della polizia. Le misure concrete saranno decise dal prefetto della Sarine Nicolas Deiss.

Il prefetto, a cui il consiglio parrocchiale ha formalmente chiesto l’evacuazione della chiesa di St-Paul, ha preso decisioni che verranno comunicate domani all’avvocato del collettivo dei «sans-papiers» e ai media.

L’elenco delle persone per le quali Friburgo ha chiesto la regolarizzazione è stata stabilita sulla base di criteri definiti di concerto fra il cantone e Berna: si tratta di casi di rigore, di persone che hanno vissuto una decina d’anni in Svizzera, che sono ben integrate e i cui figli sono scolarizzati.

I motivi che hanno invece indotto le autorità ad assumere un atteggiamento severo sono: un fascicolo penale di una certa gravità, persone sconosciute dalle autorità friburghesi e sulle quali il collettivo non ha fornito informazioni, persone che vivono in un altro cantone o richiedenti l’asilo attribuiti ad un altro cantone, o ancora persone rientrate nel Kosovo con l’aiuto della Confederazione e che sono tornate in Svizzera.

Il capo del governo cantonale ha ribadito che Friburgo non intende entrare in materia sulla regolarizzazione collettiva dei senza documenti. «Tale provvedimento metterebbe in questione i principi fondamentali dello Stato di diritto, quali la legalità e la parità di trattamento».

Friburgo auspica nondimeno una maggiore coerenza fra la politica federale di immigrazione e la realtà. Secondo l’esecutivo cantonale, un allentamento delle norme consentirebbe di tener maggiormente conto degli aspetti umanitari e delle necessità concrete di taluni settori economici. «L’allentamento della politica d’immigrazione non risolverebbe il problema dei sans- papiers, ma consentirebbe di migliorare nettamente la situazione».

swissinfo e agenzie

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