Giornata dei rifugiati: l’OSAR ne chiede l’integrazione e Amnesty dice no al rinvio dei tamil
Una struttura di sicurezza che superi la frontiere nazionali: è la proposta fatta dal Presidente della Confederazione, Adolf Ogi, davanti al convegno dell'Organizzazione svizzera d'aiuto ai rifugiati (OSAR), in occasione della giornata dei rifugiati.
I compiti dell’esercito non sono più quelli della guerra fredda, ha detto Ogi: gli obiettivi prioritari sono oggi la promozione e il mantenimento della pace. L’anno scorso l’esercito svizzero ha dato il proprio contributo in questa direzione, assistendo migliaia di profughi provenienti dai Balcani, ma anche intervenendo in Kosovo con la missione Swisscoy.
Il segretario centrale dell’OSAR Markus Loosli, che si appresta a lasciare l’incarico, ha dal canto suo invitato le autorità ad agevolare l’integrazione dei profughi e dei candidati all’asilo, che in nessun caso vanno trasformati in assistiti sociali. Secondo l’OSAR, i profughi riconosciuti dovrebbero avere la possibilità di ottenere il passaporto svizzero nel giro di cinque anni.
La manifestazione dell’OSAR è stata organizzata in vista della giornata del rifugiato che si celebra sabato. E la sezione svizzera di Amnesty International AI ha colto l’occasione per invitare la consigliera federale Ruth Metzler a sospendere il rinvio di candidati all’asilo tamil. Nello Sri Lanka – sostiene AI – gli «asilanti» rischiano di essere arrestati, maltrattati e torturati. I tamil residenti in Svizzera che rischiano il rimpatrio sono circa 3 mila. Negli ultimi mesi la guerra civile nello Sri Lanka si è però fatta più violenta: AI invita perciò la Svizzera a rinunciare a qualsiasi espulsione in attesa che la situazione nell’isola torni alla normalità.
swissinfo e agenzie
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