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Guantanamo: cinque anni di diritti umani ignorati

Destino incerto: prigioniero a Guantanamo Keystone

Lo scorso anno gli Stati uniti hanno concesso ai presunti terroristi islamici rinchiusi nella loro base militare a Cuba lo statuto di prigionieri di guerra. Ma Guantanamo continua a sollevare proteste.

Il carcere USA compie cinque anni l’undici gennaio. Tra chi ne chiede l’immediata chiusura c’è la sezione svizzera di Amnesty international.

L’anniversario di Guantanamo ha riacceso il dibattito sul rispetto dei diritti umani da parte degli Stati uniti. Da tempo la comunità internazionale chiede la chiusura del carcere, definito qualche giorno fa «una vergogna» dal Consiglio d’Europa.

In Svizzera, a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema è una volta di più Amnesty International (AI).

«Guantanamo è un simbolo per la violazione dei diritti fondamentali degli esseri umani», afferma Daniel Bolomey, segretario generale della sezione svizzera di AI.

La lista delle accuse al carcere USA è pesante: i prigionieri sono stati arrestati e trattenuti senza avere diritto ad un processo equo e a ciò si sono aggiunti torture e trattamenti disumani. Ma Guantanamo – afferma Bolomey – non è che la punta dell’iceberg. Sotto, ci sarebbe tutta una «galassia di violazioni dei diritti umani», che contempla, tra le altre cose, il tristemente noto carcere iracheno di Abu Ghraib e il carcere di Bagram in Afghanistan.

Lo sa bene anche un altro svizzero, il senatore Dick Marty, che dal novembre del 2005 si occupa d’investigare sui centri di detenzione segreti della CIA in Europa. Il suo rapporto, pubblicato nel giugno del 2006, accusa diversi paesi europei di aver tollerato le attività illegali dei servizi segreti americani, quando non addirittura collaborato con essi. Marty ha ancora molto da indagare e vorrebbe visitare proprio Guantanamo. A suo avviso è chiaro che per sconfiggere la minaccia terroristica non servono prigioni simili, ma «un nuovo ordine giuridico mondiale».

Le richieste di Amnesty

«Chiudere Guantanamo – dire la verità» è questo il motto che Amnesty International ha scelto per il quinto anniversario del carcere ubicato sull’isola di Cuba.

La verità – spiega Daniel Bolomey – significa rendere pubbliche le liste dei prigionieri, dei luoghi, delle deportazioni. I governi, dovrebbero mostrare maggior coraggio nel richiedere spiegazioni articolate in merito a «pratiche inaccettabili».

Negli ultimi tempi, grazie anche al lavoro delle organizzazioni di difesa dei diritti umani, qualcosa è stato raggiunto. Oggi – afferma Bolomey – la richiesta di chiudere il carcere di Guantanamo potrebbe ottenere la maggioranza in seno alle Nazioni unite.

Convenzioni di Ginevra

La pressione internazionale ha ottenuto un primo risultato lo scorso anno, quando il governo Bush ha finalmente deciso di accordare ai detenuti di Guantanamo lo statuto di prigionieri di guerra. Prima i detenuti accusati di far parte delle file dei Talebani o di Al Qaida erano definiti «combattenti nemici», uno stratagemma linguistico con il quale gli USA intendevano sottrarsi al dovere di applicare gli articoli delle Convenzioni di Ginevra che definiscono i diritti dei prigionieri di guerra.

Per Vincent Lusser, portavoce del Comitato internazionale della croce rossa (CICR), l’applicazione delle Convenzioni di Ginevra è un passo nella buona direzione, ma non fuga i timori per quanto riguarda la sorte incerta dei prigionieri.

«Continuano a non avere certezze in merito al loro statuto giuridico. Per molti è una situazione che si protrae da cinque anni», spiega Lusser. E a soffrirne non sono solo i detenuti, ma anche i loro famigliari.

swissinfo e agenzie

A Guantanamo (Cuba) l’esercito statunitense detiene persone accusate di far parte della rete di Al Qaida o dei Talibani.
Non c’è chiarezza sul numero dei prigionieri; stando alle organizzazioni di difesa dei diritti umani sarebbero 400 e proverrebbero da più di 30 paesi diversi.

11 gennaio 2002: i primi prigionieri vengono deportati dall’Afghanistan alla base militare statunitense di Guantanamo che di fatto viene trasformata in carcere; cominciano le accuse di maltrattamento e tortura dei prigionieri.

15 giugno 2005: la Svizzera chiede agli USA di attenersi alle Convenzioni di Ginevra.

16 febbraio 2006: cinque esperti dell’ONU chiedono agli USA di chiudere immediatamente la prigione.

29 giugno 2006: la Corte suprema degli Stati uniti giudica illegali i tribunali militari speciali di Guantanamo.

12 luglio 2006: dopo anni di rifiuti, il governo USA riconosce la validità delle Convenzioni di Ginevra anche per i cosiddetti «nemici combattenti».

3 gennaio 2007: la polizia federale statunitense (FBI) denuncia almeno 26 casi di maltrattamenti di prigionieri.

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