
La piovra della criminalità organizzata sulla prostitizione

La prostituzione in Svizzera continua ad aumentare ed a passare nell'illegalità. Il crimine organizzato utilizza questo settore per rafforzare la sua presenza in Svizzera. Lo ha reso noto giovedì a Berna l'Ufficio federale di polizia (UFP).
Nei cantoni di Ginevra, Berna, Basilea, Zurigo, Lucerna e Ticino si contano oltre 7000 prostitute, secondo il rappporto 1999 pubblicato giovedì dall’UFP. La prostituzione legale diminuisce a profitto delle attività illegali: le organizzazioni criminali estere si servono delle donne per estendere le loro attività al traffico di droga, armi ed esseri umani.
Il crimine organizzato, proveniente dai paesi dell’ex Unione sovietica, rappresenta una «minaccia per lo Stato di diritto e la piazza economica e finanziaria svizzera», secondo l’UFP. I «cabaret» sono un mezzo per i gruppi criminali di insediarsi in Svizzera in tutta legalità.
Esiste una vera lotta tra bande rivali per il controllo del mercato della prostituzione. Questa situazione è particolarmente nefasta per le prostitute tossicomani, spesso ridotte ad offrire le loro prestazioni per una somma ridicola (in media sui 20 franchi).
Grazie alla ripresa economica, osserva inoltre l’UFP, una clientela sempre più vasta ha d’altra parte i mezzi per permettersi prestazioni in una categoria di prezzi più elevata. Le ragazze devono quindi adattarsi alla mobilità crescente degli individui ed al loro bisogno di anonimato.
La maggioranza delle case di piacere si trova così lungo i grandi assi di comunicazione. Anche i grandi cantieri attirano questo tipo di commercio. È il caso del Ticino, dove l’apertura dei cantieri delle grandi trasversali ferroviarie alpine ha provocato la trasformazione di molti edifici in case a luci rosse.
swissinfo e agenzie

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