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Le grandi speranze del voto elettronico

Il voto elettronico dovrebbe essere generalizzato entro il 2010. Keystone

Dopo la fase dei progetti pilota, il governo vuole generalizzare il voto elettronico. Una decisione particolarmente attesa dagli svizzeri all'estero.

Le recenti esperienze in tre cantoni si sono svolte senza intoppi e si spera ora che l’e-voting contribuisca a fare aumentare il tasso di partecipazione al voto.

Il Consiglio federale non dubita che il voto elettronico rappresenti la via del futuro. Le inchieste effettuate durante i progetti pilota hanno mostrato che la maggioranza dei cittadini è favorevole.

Secondo il governo, questa procedura permetterà alle generazioni future di partecipare ai processi democratici e di garantire il mantenimento a lungo termine delle istituzioni svizzere.

Il voto elettronico agevola le operazioni di computo, tenuto conto della crescente mobilità degli elettori e dell’aumento di coloro che “compiono il loro dovere” dall’estero.

“Accogliamo con soddisfazione la decisione del governo”, dice a swissinfo Heinz Eckert, dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero. Eckert spera che la tabella di marcia che fissa per il 2010 l’introduzione del voto elettronico generalizzato possa essere rispettata.

“Speriamo che l’introduzione del voto elettronico stimoli gli svizzeri dell’estero a iscriversi ancora più numerosi nei registri dei votanti presso le ambasciate o i consolati dove sono immatricolati”, aggiunge.

Rischi e tempi

Le tecnologie informatiche comportano tuttavia anche rischi. Il voto elettronico necessita dunque di nuove norme a livello organizzativo, tecnico e giuridico. Questi aspetti occuperanno uno spazio centrale nel seguito dei lavori.

A livello federale si tratta ora di istituire le basi giuridiche per poter introdurre il voto elettronico in tutto il paese, a medio termine e in fasi successive.

Si tratterà anche di stabilire procedure di controllo, il cui coordinamento incomberà alla Confederazione. Non è comunque il caso di agire in fretta e furia, sottolinea il governo.

L’introduzione a livello cantonale avverrà in modo scaglionato. I cantoni potranno poi scegliere se intendono ricorrere al voto elettronico per gli scrutini locali.

Per i progetti nell’ambito di votazioni federali, la Confederazione farà in modo che esperimenti simultanei, per motivi di sicurezza, non mobilizzino più del 10% dei 4,85 milioni di elettori.

Questo tasso sarà del 20% in caso di scrutini in cui è richiesta la doppia maggioranza di popolo e cantoni.

I costi del progetto

L’introduzione del voto elettronico a livello svizzero e la sua applicazione per dieci anni potrebbero costare tra un minimo di 38 e un massimo di 400 milioni di franchi. Secondo il Consiglio federale l’esperimento è comunque sostenibile sia dal punto di vista democratico che da quello economico.

La fattura ammonterebbe a circa 66 milioni se i cantoni dovessero scegliere un sistema unico. Potrebbe salire a 92 se optassero per sei modelli differenti e a 400 se ognuno facesse a modo suo.

Il voto elettronico su vasta scala dovrebbe tuttavia permettere nel contempo di realizzare risparmi per 28 milioni di franchi nel settore del voto per corrispondenza.

I costi del voto elettronico saranno soprattutto a carico di comuni e cantoni. La Confederazione valuta il proprio contributo a 350’000 franchi all’anno, a titolo di coordinamento. A tutto ciò vanno aggiunte le spese iniziali.

Per questo progetto, dal 2001 Berna ha già sborsato 7,5 milioni di franchi, compresi i 6 milioni investiti lo scorso anno per progetti pilota a Ginevra, Neuchâtel e Zurigo.

I tre sistemi di voto elettronico impiegati in questi casi hanno dato ottimi risultati e sono ora a disposizione degli altri cantoni.

swissinfo e agenzie

Le esperienze pilota si sono svolte nei cantoni di Ginevra, Neuchâtel e Zurigo.
Se l’e-voting fosse introdotto in tutta la Svizzera, i costi varierebbero da 38 a 400 milioni di franchi per 10 anni a seconda del sistema scelto.

Il voto elettronico è un tema che sta particolarmente a cuore agli svizzeri dell’estero.

Attualmente il voto per corrispondenza non permette infatti sempre a tutti gli svizzeri iscritti nei registri elettorali di ricevere per tempo il materiale con le spiegazioni né di fare pervenire per tempo la propria scheda in Svizzera.

Dal 1° luglio 1992 gli svizzeri dell’estero partecipano con il voto per corrispondenza alle votazioni federali. Possono anche esprimersi su temi cantonali per i cantoni di Berna, Ginevra, Svitto, Basilea campagna, Soletta, Giura e Ticino.

In questi anni, il numero di iscritti nei registri elettorali è andato regolarmente aumentando. A fine 2005 superava le 105.000 unità. Questo corrisponde a una percentuale di circa il 21% degli svizzeri residenti all’estero.

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