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Olimpiadi, arrivederci a Londra

Keystone

Con una cerimonia fastosa Pechino si è congedata dalle sue Olimpiadi, fatte di record, organizzazione perfetta ed interrogativi etici. Buono il bilancio della Svizzera.

I Giochi olimpici di Pechino si sono chiusi come erano iniziati, con un trionfo di fuochi d’artificio. Dopo i discorsi e gli inni di rito, la bandiera olimpica è passata nelle mani del sindaco di Londra, la città che nel 2012 ospiterà la prossima edizione.

Sul piano logistico e dell’organizzazione sarà difficile fare meglio di Pechino. I giochi londinesi saranno forzatamente “diversi”.

Ma se in campo organizzativo le lodi si sprecano, qualche dubbio permane sul rispetto dei diritti umani. Per il presidente del Comitato olimpico internazionale (CIO) Jacques Rogge, i giochi hanno dato alla Cina l’occasione di aprirsi. «La Cina ha imparato a conoscere meglio il mondo e il mondo a meglio conoscere la Cina». Lo stesso Rogge ha però ammesso che non tutto è stato «perfetto» ma che il CIO non può costringere uno stato sovrano a cambiare.

Gli eroi, gli sconfitti e i dopati

Nella memoria della gente rimarranno le imprese del nuotatore statunitense Michael Phelps, primo atleta a conquistare otto medaglie d’oro nella stessa edizione dei giochi, e del giamaicano Usain Bolt, tre ori e altrettanti record del mondo nei 100 metri piani, nei 200 e nella staffetta 4×100.

Impresa storica anche per l’etiope Kenenisa Bekele, oro nei 10’000 e nei 5’000 metri nella stessa settimana. La Cina può fregiarsi del titolo di maggior potenza olimpica del pianeta. Su 302 ori in palio, ne ha conquistati 51, ben 15 in più degli statunitensi.

Ma proprio ad un atleta cinese, Liu Xiang, è toccata la sorte più dolorosa: idolatrato dai suoi connazionali, il campione dei 110 m a ostacoli è stato costretto al ritiro da un problema fisico. Cocente anche la delusione degli sprinter statunitensi, incapaci di opporsi allo strapotere giamaicano, e di Roger Federer che puntava all’oro nel torneo individuale di tennis e che ha dovuto accontentarsi – si fa per dire – di quello conquistato nel doppio con Wawrinka.

In pochi, invece, sono stati squalificati per doping. I primi 4’500 test (su 5’000 previsti) hanno individuato solo sei infrazioni. Poche se comparate alle 26 di Atene. Ma quest’anno una trentina di atleti è stata squalificata poco prima dell’apertura dei Giochi. Certi risultati strabilianti lasciano inoltre aperta la porta a qualche sospetto. A scanso di equivoci, il CIO congelerà per otto anni i campioni raccolti a Pechino.

Svizzera soddisfatta, ma non sazia

A Pechino, Swiss Olympic sperava di eguagliare il risultato di Atene 2004 e conquistare cinque medaglie. Alla fine ne sono arrivate sei, che in autunno diventeranno probabilmente sette. Nell’ippica, infatti, ci si aspetta l’assegnazione del bronzo dopo la retrocessione della squadra norvegese di salto ostacoli che ha conquistato il terzo posto con un cavallo dopato.

I due ori e – per il momento – quattro bronzi piazzano la Svizzera al 34esimo posto del medagliere olimpico. «Non siamo lontani dall’obiettivo che ci siamo posti per Londra 2012, ovvero un posto tra i primi 25», ha dichiarato il capo della delegazione elvetica Werner Augsburger.

Dopo l’inizio folgorante della prima settimana – tre medaglie conquistate il 13 agosto – ci si aspettava forse di più, ma, ha spiegato il presidente di Swiss Olympic Jörg Schild, «i Giochi sono come un decathlon: conta solo il risultato finale». E anche se in alcune discipline le cose non sono andate per il verso giusto «sono soddisfatto».

Luci e ombre

Come previsto, il numero maggiore di medaglie, quattro, è arrivato dal ciclismo con l’oro di Cancellara e il bronzo della Thürig nella cronometro su strada, il bronzo – inatteso – di Cancellara nella gara in linea e il bronzo di Schurter nella mountain bike.

Ma il ciclismo è anche la disciplina che ha dato le maggiori delusioni con la controprestazione del duo Risi/Marvulli nella Madison (11esimi) e della squadra di mountain bike, da cui ci si attendeva ben più di una sola medaglia di bronzo.

Il più entusiasta dei medagliati svizzeri è senza dubbio il judoka Sergei Aschwanden che dopo i fallimenti di Sydney e Atene – dove faceva parte dei favoriti – è riuscito a mettersi al collo un bronzo olimpico a 32 anni.

Il bilancio svizzero è arrotondato da 14 diplomi olimpici. Molti degli atleti diplomati – come il 23enne Dominik Meichtry, sesto nei 200 metri di nuoto a stile libero – lasciano ben sperare per il futuro della squadra svizzera.

Un successo non sportivo ma di marketing l’ha registrato la Casa svizzera (House of Switzerland) che ha accolto 140’000 visitatori, sette volte di più di quanto ci si aspettasse.

Da atleti a turisti (o a malati)

Una nota negativa il capo delegazione svizzero la riserva al comportamento di certi atleti che una volta terminate le loro gare si trasformano in turisti e al villaggio olimpico disturbano la preparazione degli altri. In futuro Werner Augsburger vorrebbe trovare il modo di far partire gli atleti due o tre giorni dopo la fine dei loro impegni. «È chiaro che non posso dire a tutti di partire. Ma il rischio è che molti non possano prepararsi con la dovuta calma durante la seconda settimana. Ci sono stati degli eccessi e ho dovuto minacciare di rimandare a casa alcune persone».

Da un punto di vista medico, le cose sono andate meglio del previsto. La qualità dell’aria – pessima prima dei giochi – si è migliorata nella prima settimana, per poi tornare a peggiorare. In totale, ha affermato Beat Villiger – responsabile medico della delegazione elvetica – sono stati curati 53 atleti di cui una decina per problemi all’apparato respiratorio.

swissinfo e agenzie

Quelle di Pechino (8/8 – 23/8/2008) sono state le terze olimpiadi estive dell’era moderna disputate in Asia, 44 anni dopo Tokio e 20 dopo Seul.

La Cina (51 ori su 302 possibili, 21 argenti, 28 bronzi) si è assicurata il primo posto nel medagliere della 29esima edizione. Secondi gli Stati Uniti (36/38/36), terza la Russia (23/21/28).

La 30esima edizione si terrà nel 2012 a Londra.

Con due ori e quattro bronzi, la Svizzera è 34esima nel medagliere olimpico. Si è aggiudicata inoltre 14 diplomi olimpici.

Oro: Fabian Cancellara (ciclismo, cronometro su strada), Roger Federer e Stanislas Wawrinka (tennis, doppio).

Bronzo: Fabian Cancellara (ciclismo, gara in linea), Karin Thürig (ciclismo, cronometro su strada), Sergei Aschwanden (judo), Nino Schurter (mountain bike).

Diplomi olimpici: Squadra di salto ostacoli (ippica, quarto posto), Christoph Sauser (mountain bike, quarto), Enrico De Maria/Flavio Marazzi (Star, quinti), Ariella Käslin (ginnastica volteggio, quinta), Roger Federer (tennis, quinto), Viktor Röthlin (maratona, sesto), Dominik Meichtry (nuoto 200m stile libero, sesto), Petra Henzi (mountain bike, sesta), Swann Oberson (10 km nuoto in acque libere, sesta), Nathalie Brugger (Laser Radial, sesta), Nicola Spirig (triathlon, sesta), Daniela Ryf (triathlon, settima), Priska Doppmann (ciclismo, cronometro su strada, ottava)

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