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Pene severe incombono su Adamov

Jewgenij Adamov rischia 60 anni di prigione negli Stati Uniti Keystone

Arrestato lunedì a Berna, l'ex ministro russo Jewgenij Adamov è stato incriminato negli Stati Uniti per truffa, ricettazione, riciclaggio e frode fiscale.

L’ex responsabile del Cremlino per l’energia atomica rischia fino a 60 anni di carcere e una multa di 2,1 milioni di franchi.

Giovedì, le autorità americane di Pittsburgh (Pennsylvania) hanno rinviato a giudizio l’ex ministro russo per l’energia atomica Jewgenij Adamov e il suo associato Mark Kaushansky, un ingegnere nucleare americano di origine russa.

Lo indica un comunicato diramato dalla procuratrice di Pittsburgh Mary Beth Buchanan, il quale precisa che i due sono sospettati di aver stornato, fra il 1993 e il 2003, oltre 9 milioni di dollari (quasi 11 milioni di franchi).

Stando alla procuratrice, se ritenuto colpevole Adamov (65 anni) rischia 60 anni di detenzione e una multa di oltre 2 milioni di franchi, mentre Kaushansky (53) potrebbe incorrere in una pena di 180 anni di carcere.

Sottrazione di fondi pubblici

Secondo l’atto di accusa, i due sono riusciti a trasferire i fondi messi a disposizione dal Dipartimento americano dell’energia servendosi di società di comodo con conti negli Stai Uniti, nel principato di Monaco e in Francia.

Più concretamente, il documento accusa Adamov – ministro dal 1998 al 2001 – di aver sottratto i fondi che gli USA avevano messo a disposizione per migliorare la sicurezza degli impianti nucleari in Russia all’epoca di Boris Eltsin.

La procura ha così chiesto, in primo luogo, la confisca del denaro depositato nelle banche di Montecarlo.

In Russia si fa così

L’avvocato di Adamov ha dal canto suo respinto le accuse, affermando che l’ex ministro ha collaborato con le autorità. Adamov avrebbe inoltre investito in altri paesi al fine di mettere al sicuro i fondi ricevuti dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

Lanny Breuer ha pure indicato che il suo cliente ha ammesso di aver trasferito i soldi sui suoi conti; soldi che sono però stati in seguito versati ai destinatari previsti, ovvero i ricercatori impegnati a garantire la sicurezza degli impianti nucleari russi.

Per l’avvocato si tratta di una pratica molto comune in Russia per evitare di pagare troppe imposte e di attirare l’attenzione del crimine organizzato.

No all’estradizione

Ex dipendente della multinazionale americana Westinghouse, Kaushansky dovrà comparire «in un prossimo futuro» davanti ad una corte federale di Pittsburgh, precisa il comunicato.

Adamov – attualmente detenuto in Svizzera – ha invece già fatto sapere di volersi opporre all’estradizione. Secondo l’Ufficio federale di giustizia (Ufg), le autorità americane hanno ora 60 giorni per presentare una richiesta circostanziata.

Se l’Ufg darà il via libera, il sospettato avrà però ancora la possibilità di inoltrare ricorso presso il Tribunale federale. Prima di giungere a una decisione definitiva occorreranno quindi vari mesi.

swissinfo e agenzie

Jewgenij Adamov, 65 anni, è stato arrestato lunedì a Berna su richiesta delle autorità americane.

L’ex ministro russo si trovava in Svizzera nel corso di una visita alla figlia.

Ascoltato dalla giustizia elvetica, Adamov si è opposto mercoledì alla sua estradizione negli Stati Uniti.

Il responsabile dell’energia atomica dal 1998 al 2001 era stato sollevato dalla sua carica dal presidente Vladimir Putin, che lo aveva accusato di corruzione.

Jewgenij Adamov è in particolare conosciuto per aver supervisionato il risanamento di Chernobyl dopo la catastrofe del 1986.

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