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Stop alle aggressioni nei trasporti pubblici

Il SEV chiede in particolare un rafforzamento della sorveglianza nei trasporti pubblici Keystone

Il Sindacato del personale dei trasporti chiede al Governo di prendere dei provvedimenti per lottare contro la violenza nei treni e negli autobus.

Corredata da 10’000 firme, la petizione domanda un numero maggiore di controllori e il perseguimento d’ufficio dei casi d’aggressione del personale.

Per far fronte alla recrudescenza degli atti di violenza sui mezzi di trasporto pubblico, il Sindacato del personale dei trasporti (SEV) ha chiesto lunedì al Governo federale di reagire.

Nel quadro della giornata mondiale d’azione dei sindacati dei ferrovieri, il SEV ha consegnato al Dipartimento federale dei trasporti (DATEC), diretto da Moritz Leuenberger, una petizione firmata da circa 10’000 persone. Il testo domanda in particolare di rafforzare la presenza dei controllori e di perseguire d’ufficio i casi di violenza.

Reagire alla violenza

Secondo Pierre Alain-Gentil, presidente del SEV e consigliere agli Stati socialista del canton Giura, è tempo di reagire alla banalizzazione della violenza e dell’inciviltà. La petizione – ha dichiarato – è una reazione alle numerose aggressioni di cui sono vittime sia il personale che gli utenti dei trasporti pubblici.

In novembre, un autista di autobus di Renens, nel canton Vaud, è stato accoltellato e un altro è stato aggredito a bottigliate in testa, ha ricordato il presidente del Gruppo autonomo dei trasporti urbani di Svizzera romanda (GATU) Johan Pain.

Esposti ad aggressioni fisiche e verbali sempre più frequenti, i conducenti sono chiamati pure a sedare litigi e risse tra gli utenti, ha aggiunto, ricordando che «non siamo pagati per essere pestati».

Aumentare i controllori

Dopo la soppressione dei controlli nei treni regionali e dopo la riduzione del personale sui convogli delle grandi linee, si è assistito ad un aumento degli episodi di violenza, ha osservato Jürg Hurni, del SEV.

Nella petizione il SEV chiede perciò alle imprese e alle autorità di aumentare la «presenza umana» nei treni e negli autobus, in particolare di sera.

Secondo Hurni, sui treni della rete zurighese è stata constatata maggiore tranquillità dopo la reintroduzione di controlli sistematici in serata e un aumento del personale accompagnante. Il dispositivo è finanziato dal cantone.

Perseguimento d’ufficio

Negli ultimi due anni, si sono registrate tra 300 e 400 denunce soltanto per le Ferrovie federali svizzere. Secondo Hurni, il numero effettivo delle aggressioni è però più elevato, visto che non tutte le vittime sporgono denuncia.

Per tale ragione, il SEV chiede che il Codice penale venga modificato per permettere il perseguimento d’ufficio di simili atti.

Nel 2000, una mozione in tal senso era già stata presentata da un parlamentare, ma era naufragata dopo che le Camere avevano bocciato il progetto di riforma delle ferrovie.

Una disposizione di questo genere è già prevista nella legge sugli impianti a fune, attualmente al vaglio delle Camere federali.

Il SEV spera che sarà ripresa pure nel primo pacchetto di misure sulla riforma delle ferrovie, che dovrebbe essere presentata prossimamente dal Governo al Parlamento.

swissinfo e agenzie

Secondo le Ferrovie federali svizzere, dalla metà del 2003 grazie agli sforzi della polizia ferroviaria, degli “angeli custodi” e della videosorveglianza il numero di atti di violenza e di vandalismo ha potuto essere stabilizzato.

Nell’ambito della seconda riforma delle ferrovie, il Governo vuole creare una base legale per cercare di combattere questo fenomeno.

Secondo il progetto, che non è ancora stato adottato dal Parlamento, tutte le imprese di trasporti pubblici dovranno prendere dei provvedimenti.

Oltre alla videosorveglianza, dovranno creare un servizio di sicurezza.

Gli agenti potranno essere muniti di sfollagenti o di spray, ma non di armi da fuoco.

Inoltre, il progetto prevede che tutte le aggressioni siano perseguite d’ufficio.

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