A Gaza tragedia infinita, altri due bimbi uccisi dal freddo
La tempesta Byron corre tra le tende della Striscia di Gaza come se fosse un altro assedio e lascia a terra ancora giovani vittime.
(Keystone-ATS) Dopo la bambina di otto mesi morta per il freddo a Khan Yunis, nelle ultime ore la stessa terribile sorte è toccata a un neonato del campo di Al-Shati e a un bambino di 9 anni, Hadeel Al-Masri, in un rifugio a ovest di Gaza City.
Una condizione disastrosa, come sostenuto dall’Onu, a cui si aggiunge anche la denuncia dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) contro Israele, reo di bloccare gli aiuti ai valichi e perfino i materiali per rinforzare i rifugi. Nella notte anche cinque sfollati sono morti nel crollo di una casa a Bir an-Naaja e all’alba altre due persone sono rimaste uccise dal cedimento di un muro sulle tende nella stessa zona. Stando a quanto dichiarato dalla Difesa civile di Gaza sono 13 le vittime delle ultime 24 ore.
Ma la tragedia dei bambini non inizia con le piogge torrenziali che da martedì martellano la Striscia. Secondo l’Onu, lo scorso inverno almeno otto neonati sono morti di ipotermia. Oggi quasi 850mila persone, distribuite in 761 campi, rischiano inondazioni mentre le piogge torrenziali hanno già colpito oltre 800mila sfollati.
Nel campo di Nuseirat, al centro della Striscia, i palestinesi tentano di liberare l’acqua stagnante con ciotole e secchi, raccontano testimoni all’Afp. I bambini camminano scalzi nel fango. “Il materasso è fradicio da stamattina, i piccoli hanno dormito bagnati”, dice Umm Muhammad Joudah. “Non abbiamo vestiti asciutti”. Saif Ayman, 17 anni, in stampelle, racconta che anche la sua tenda è stata sommersa: “Siamo in sei a dormire su un unico materasso, senza coperte”.
Alla crisi si sommano le restrizioni ai valichi. Come ogni venerdì, Israele ha chiuso Kerem Shalom e Al Awja, impedendo il passaggio degli aiuti provenienti dall’Egitto. Sono transitati 350 camion del 92/o convoglio, mentre centinaia sono rimasti fermi davanti al valico di Rafah. Il Cairo tenta di riaprire i passaggi la prossima settimana per consentire il transito di feriti e malati sotto supervisione Onu ed europea.
Intanto l’Oim attacca Israele per il blocco di legname, compensato, sacchi di sabbia e pompe idrauliche, materiali indispensabili per consolidare i rifugi. Secondo l’agenzia, 795mila sfollati vivono nelle aree più esposte alle inondazioni. L’Oms avverte che migliaia di famiglie sono riparate in zone basse, senza drenaggio né protezioni, con il rischio di un aumento delle infezioni respiratorie acute.