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Ambiente: severità leggi svizzere spinge a inquinare all’estero

Le leggi efficaci per ridurre le emissioni di CO2 sul mercato interno spingono le aziende a inquinare all'estero. KEYSTONE/AP/R S IYER sda-ats

(Keystone-ATS) Le leggi efficaci per ridurre le emissioni di CO2 sul mercato interno spingono le aziende a inquinare all’estero. La Svizzera è particolarmente interessata da questo effetto perverso della regolamentazione, messo in evidenza da uno studio presentato oggi a Ginevra.

I risultati della ricerca confermano l’esistenza dei cosiddetti paradisi dell’inquinamento. “Certi Paesi indeboliscono la loro legislazione ambientale nell’ottica di ottenere benefici economici a corto termine”, ha spiegato l’autore dell’inchiesta Michael Viehs, durante un summit consacrato alla finanza sostenibile.

Questa offerta incontra secondo logica la domanda delle società ansiose di ridurre i loro costi legati all’emissione di diossido di carbonio, ha aggiunto Viehs, associato presso il gestore britannico di fondi di investimento Hermes Investment Management. Nella lista dei cattivi allievi vi sono soprattutto i gruppi petroliferi, le società di trasporto e gli operatori logistici.

Stando allo studio, leggi più severe provocano in media un taglio del 19% delle emissioni globali di CO2 di un’impresa e del 24% di quelle nel mercato interno. L’altra faccia della medaglia è l’aumento del 29% dell’impatto ambientale fuori dai confini dello Stato dove si trova la sede.

Le politiche più rigorose sono quelle portate avanti, oltre che dalla Svizzera, dalle nazioni nordiche, ha precisato all’agenzia finanziaria AWP Viehs. A suo dire, la popolazione locale non si rende conto di questo modo di operare e finisce per credere al “greenwashing”, termine che definisce una sorta di marketing che strizza l’occhio, ma solo all’apparenza, alle tematiche verdi.

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