
BNS mantiene previsione crescita a circa 2% per 2014
(Keystone-ATS) La Banca nazionale svizzera (BNS) ha annunciato oggi che mantiene la sua previsione di crescita economica a circa il 2% per il 2014. L’istituto di emissione mantiene inoltre immutato il suo principale tasso direttore, il Libor, in un margine di fluttuazione tra lo 0% e lo 0,25%, come pure il corso minimo di 1,20 franchi per un euro.
La BNS ha ribadito la propria determinazione ad acquistare valute in quantità illimitata – se la situazione dovesse imporlo – per difendere il tasso di cambio, senza escludere l’applicazione di nuove misure. Attualmente il franco è giudicato ancora troppo forte.
La previsioni di crescita sono state mantenute nonostante il rallentamento osservato nell’ultimo trimestre 2013, legato al calo delle esportazioni. Secondo l’istituto di emissione, la congiuntura dovrebbe ritrovare il proprio dinamismo nel trimestre in corso. Le previsioni sono leggermente inferiori a quelle di altri istituti.
Martedì la Segreteria di stato dell’economia (SECO) aveva infatti pubblicato un pronostico di crescita del PIL del 2,2% per quest’anno. Stessa previsione da parte degli istituti KOF e BAK Basel, che hanno parlato di un aumento del 2,3% nel 2015. Un +2,2% per il 2014 è stato stimato anche dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che si aspetta una crescita del 2,7% per l’anno prossimo.
Sul fronte dell’inflazione, la BNS ancora una volta ha riveduto al ribasso le anticipazioni, visto il calo a livello mondiale e il leggero rafforzamento del franco. Il rincaro dovrebbe essere nullo quest’anno e dello 0,4% nel 2015, contro precedenti stime rispettivamente dello 0,2% e dello 0,6%. Per il 2016 le previsioni parlano dell’1%.
Rischi e tensioni politiche
Nonostante le previsioni tutto sommato positive, rischi importanti giungono dall’economia globale, stima l’istituto nell’analisi trimestrale. Le preoccupazioni per il sistema finanziario della zona euro restano vive.
Nei principali paesi industrializzati, alcuni dei quali impegnati a risanare i budget, il calo dell’inflazione ha aumentato l’incertezza sulla direzione futura delle politiche monetarie. Inoltre, la frenata dei paesi emergenti potrebbe pesare sulla ripresa mondiale.
A tutto questo – sottolinea ancora la BNS – si aggiungono tensioni politiche in diverse regioni. In una recente intervista Thomas Jordan, presidente della direzione dell’istituto, ha evidenziato che le crisi come quelle in Ucraina tendono a spingere l’aumento del franco.