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Calmy-Rey in Turchia

(Keystone-ATS) La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey, nel suo ultimo viaggio ufficiale a Ankara, ha affrontato il tema del genocidio armeno avvenuto fra il 1915 e il 1917. Ha ricordato che, contrariamente alla Francia, la Svizzera non dispone di una legge specifica contro il negazionismo dei genocidi.

Alla Conferenza annuale degli ambasciatori turchi, la consigliera federale ha spiegato la politica elvetica in relazione agli avvenimenti in Armenia, ha indicato all’ats il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri, Raphael Saborit. Il Consiglio federale, che parla di “tragiche deportazioni e massacri”, è dell’avviso che gli storici debbano fare luce su questi eventi.

La Calmy-Rey ha tuttavia evidenziato che il Consiglio nazionale ha rifiutato, settimana scorsa, una petizione riguardo il riconoscimento dei genocidi del 1915. La Camera ha d’altronde già riconosciuto nel 2003 questi fatti, contro l’opinione del governo.

La presidente della Confederazione è stata accolta anche dall’omologo turco Abdullah Gül. Senza entrare nel merito della polemica in corso con la Francia riguardo ai genocidi, la consigliera federale ha fatto leva sul ruolo di mediatore della Svizzera proprio fra la Turchia e l’Armenia, sfociato in due trattati firmati nel 2009 con lo scopo di normalizzare le relazioni.

Questo processo è ora in una fase di stallo, ma la Confederazione si è resa disponibile a una nuova mediazione nel caso in cui le due parti lo desiderassero.

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