The Swiss voice in the world since 1935
In primo piano
Democrazia diretta in Svizzera

CF: F-35, si acquisteranno meno dei 36 caccia previsti

aereo da combattimento f-35 a
Keystone-SDA

L'acquisto dei caccia F-35 non sforerà il limite finanziario di 6 miliardi di franchi approvato dal popolo, ma il contingente sarà inferiore alle 36 unità previste.

(Keystone-ATS) Lo ha dichiarato oggi il Consiglio federale, presentando nel contempo la nuova Strategia in materia di politica di sicurezza.

Già a giugno il Governo aveva reso noto che Washington non avrebbe rispettato il prezzo fisso dei velivoli stabilito precedentemente per contratto, e questo per via di costi aggiuntivi dovuti al rincaro e allo sviluppo dei prezzi delle materie prime nonché, in parte, anche a causa dell’inflazione e ai nuovi dazi doganali imposti dall’amministrazione del presidente USA Donald Trump su scala globale.

Ora l’Esecutivo ha stabilito che non sarà necessario un credito aggiuntivo e ha incaricato il Dipartimento federale della difesa (DDPS) di acquistare dal produttore Lockheed Martin il numero massimo possibile di F-35 entro il budget di 6 miliardi. “La volontà dell’elettorato verrà così rispettata”, ha affermato davanti ai media il consigliere federale Martin Pfister.

Rispondendo ad un giornalista, il ministro della difesa ha sottolineato che il Consiglio federale non è comunque ancora in grado di comunicare quale sarà il numero esatto di aerei che la Confederazione potrà aggiudicarsi (nei giorni scorsi diversi media hanno parlato di 30 velivoli al posto di 36, n.d.r). “Tutto dipende dal rincaro negli Stati Uniti” – ha ribadito Pfister – e in Svizzera”.

Ad ogni modo, “a fronte dell’inasprimento del contesto geopolitico e in considerazione della situazione tesa in Europa, l’Esecutivo ritiene che rinunciare agli F-35 non sia un’opzione”, ha precisato lo zughese.

Tra 55-70 aerei moderni

Per garantire una difesa aerea completa e orientata all’attuale situazione di minaccia, in base alle recenti considerazioni militari, non solo sono necessari un rinnovamento complessivo e un miglioramento dei sistemi di difesa terra-aria (ad esempio con l’acquisto di Patriot e IRIS-T SLM), ma anche con l’ampliamento della flotta aerea.

Il Consiglio federale ha pertanto reso noto oggi che intende raggiungere un contingente di 55-70 aerei da combattimento moderni. Questo eventuale aumento dei mezzi di difesa aerea, oltre all’acquisto degli F‐35, viene esaminato dal DDPS indipendentemente dal tipo di velivolo, ha chiosato Pfister.

1% del PIL entro il 2032

“Il Consiglio federale ha incaricato il DDPS di presentare, entro la fine di gennaio 2026, i parametri di riferimento per l’ulteriore modo di procedere relativo al rafforzamento della sicurezza e della difesa della Svizzera e di elaborare delle priorità per gli anni 2026/2027”, ha poi spiegato il ministro centrista.

“Lo scorso anno – ha ricordato – l’Esecutivo e il Parlamento hanno deciso di aumentare le uscite per l’esercito all’1% del PIL entro il 2032”. Infine, nel corso di diverse sedute, il Consiglio federale ha preso atto della necessità di intervenire in maniera prioritaria per rafforzare ulteriormente la sicurezza e la difesa della Confederazione.

In un secondo momento, il Governo intende quindi decidere in merito all’eventuale acquisto di ulteriori F-35 allo scopo di raggiungere il numero previsto di 36 aerei da combattimento. “La Svizzera necessita di una flotta aerea in questa misura, ma il processo democratico va rispettato”, ha reiterato Pfister davanti ai media.

La Russia, una minaccia anche per la Svizzera

Oltre alla questione del numero dei caccia, il ministro della difesa ha presentato anche la nuova strategia in materia di politica di sicurezza della Svizzera per i prossimi anni inviata in consultazione fino al 31 marzo. “La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha segnato uno spartiacque per la politica di sicurezza e anche la Svizzera ne subisce direttamente le conseguenze”, ha detto Pfister.

Mosca “continua a pretendere una propria sfera di influenza e orienta la propria economia verso la guerra e le proprie forze armate verso un possibile confronto con gli Stati occidentali”, ha ribadito. Non si può quindi escludere “che questa guerra si estenda fino a diventare un conflitto tra la Russia e i Paesi della NATO; il pericolo è quindi concreto”. Parallelamente – ha detto Pfister – “gli Stati Uniti sono sempre meno disposti ad assumere il loro tradizionale ruolo di garanti dell’ordine mondiale”.

Per noi, ha spiegato il “ministro” della difesa, “intervenire sulla difesa è ancora più urgente dal momento che l’apparato di sicurezza della Svizzera attualmente non è sufficientemente preparato a respingere attacchi ibridi”.

In questo contesto, nella nuova strategia l’esecutivo illustra le caratteristiche rilevanti e le vulnerabilità della Svizzera. L’obiettivo è quello di “rafforzare la resilienza, migliorare la protezione e la difesa, aumentare la capacità di difesa”, ha riferito il responsabile del DDPS.

Articoli più popolari

I più discussi

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR