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CF: “no” a iniziativa “per la democrazia”, licenziato messaggio

cupola di palazzo federale
Keystone-SDA

L'iniziativa "per la democrazia" va respinta e contro di essa non va presentato alcun controprogetto. Lo ha detto il Consiglio federale oggi licenziando il messaggio a destinazione del Parlamento, ribadendo così quanto sostenuto lo scorso febbraio.

(Keystone-ATS) L’obiettivo dell’iniziativa “Per un diritto di cittadinanza moderno (Iniziativa per la democrazia)” – lanciata dall’associazione “Aktion Vierviertel/Action Quatre Quarts” – è fare in modo che la legislazione in materia di naturalizzazione rientri nella competenza della Confederazione. Prevede inoltre un diritto alla concessione della cittadinanza dopo cinque anni di soggiorno legale in Svizzera, a condizione che l’interessato non sia stato condannato a una pena detentiva di lunga durata, non comprometta la sicurezza interna ed esterna del Paese e possieda conoscenze di base di una lingua nazionale.

Nel suo messaggio, il governo critica l’approccio adottato dagli iniziativisti: il trasferimento di competenze alla Confederazione richiesto dall’iniziativa “modificherebbe in modo significativo la ripartizione federalistica delle competenze in materia di naturalizzazione ordinaria”.

Storicamente, infatti, la regolamentazione della naturalizzazione ordinaria compete ai Cantoni. Per l’esecutivo, il trasferimento di tale competenza alla Confederazione è il motivo principale che depone a sfavore della proposta.

Insieme al messaggio sull’iniziativa, il Consiglio federale ha approvato due rapporti in materia. Il primo chiedeva di indagare sui motivi del numero esiguo di naturalizzazioni di stranieri di seconda generazione.

Sulla base di uno studio esterno, il Consiglio federale ha constatato forti disparità tra i Cantoni nelle procedure di naturalizzazione ordinaria, che non garantiscono sempre l’uguaglianza delle opportunità. Invita pertanto i Cantoni a valutare insieme come semplificare e armonizzare le pratiche.

L’obiettivo è fare in modo che in futuro il luogo di residenza incida meno sul percorso di naturalizzazione, soprattutto per le persone di seconda generazione. Il Consiglio federale esclude tuttavia un trasferimento di competenze alla Confederazione, come chiesto dall’iniziativa, ricordando che il sistema federalista a tre livelli della cittadinanza svizzera ha dato buoni risultati.

Il secondo postulato domandava di esaminare come i Cantoni gestiscono i colloqui di naturalizzazione e la redazione dei relativi verbali. Dallo studio commissionato emerge che in molti casi questi colloqui si svolgono solo oralmente. Non esiste un quadro normativo federale specifico.

Il Governo ritiene però che la stesura obbligatoria dei verbali garantirebbe maggiore certezza del diritto, mentre la registrazione dei colloqui potrebbe migliorarne la qualità e la tracciabilità. Le conclusioni confluiranno nella valutazione in corso della legge sulla cittadinanza.

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