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Con 20 gradi in ufficio si avrà freddo, ma donne geleranno di più

Secondo l'Ufficio federale dell'energia il sesso però non conta. KEYSTONE/GAETAN BALLY sda-ats

(Keystone-ATS) La decisione del Consiglio federale di limitare a 20 gradi quest’inverno la temperatura negli edifici dell’amministrazione e dell’esercito potrebbe creare grattacapi ai dipendenti, in particolare nelle fasce femminili.

“Il governo lascia congelare le donne”, titola oggi la SonntagsZeitung. Le lotte fra i sessi in materia di calore nelle stanze sono note: stando a uno studio britannico citato dal domenicale un terzo delle coppie litiga regolarmente sul tema. Molto prima che la Russia attaccasse l’Ucraina – con conseguenti sanzioni e problemi energetici – gli studiosi hanno coniato anche un’apposita espressione, “Thermostat War”, la guerra del termostato.

Le temperature imposte dall’esecutivo federale per i suoi edifici e raccomandate per le abitazioni degli svizzeri rischiano di essere inferiori a quelle che permettono di sentirsi bene e per la SonntagsZeitung il maggior sacrificio dovrà essere apportato dalle donne. I biologi dell’università di Maastricht (Paesi Bassi) hanno infatti stabilito che le femmine preferiscono 25 gradi in ufficio o nel soggiorno, mentre per i maschi bastano 22 gradi.

Questo è dovuto alla costituzione corporea. Le donne hanno sì in media più grasso, che aiuta come isolante termico, ma i maschi dispongono di maggiore massa muscolare, che brucia energia e genera calore. Inoltre le donne hanno una pelle meno spessa.

L’Ufficio federale dell’energia (UFE) la pensa però diversamente: la temperatura giusta degli ambienti non dipende dal sesso, hanno indicato i funzionari al giornale zurighese. Sono invece determinanti fattori quali l’età, la salute o la percezione del calore. “Una differenziazione fra i sessi non terrebbe conto delle donne che si sentono bene alla basse temperature e degli uomini che si sentono gelare più in fretta”, argomenta l’autorità.

Molto più importante, stando all’UFE, è il significato della misura sul fronte del consumo energetico. Se la temperatura media della stanza viene ridotta da 22 a 20 gradi, “si può risparmiare tra il 12 e il 20% di energia per il riscaldamento”.

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