Consenso per scuole quale strumento di politica estera
(Keystone-ATS) Le scuole svizzere all’estero devono partecipare al rafforzamento della presenza elvetica nel mondo. Posta in consultazione dal Consiglio federale, la revisione totale della Legge sul promovimento dell’istruzione dei giovani svizzeri all’estero (LISE) ha suscitato un ampio consenso. Sia i partiti politici, salvo l’UDC, che le organizzazioni interessate l’hanno accolta favorevolmente.
Attualmente esistono 17 scuole svizzere all’estero, suddivise tra Asia, Europa – di cui 5 in Italia – e Sudamerica. Il governo vuole dar loro la possibilità di funzionare in modo più flessibile con una maggiore autonomia finanziaria. Le sovvenzioni federali per questi istituti privati ammontano a 20 milioni di franchi all’anno.
Al termine della procedura di consultazione, le associazioni che difendono gli interessi degli Svizzeri all’estero si sono detti soddisfatti di questa riforma. Per l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), grazie alla revisione della legge le scuole elvetiche parteciperanno in modo sostanziale alla buona immagine della Svizzera.
L’OSE, che rappresenta circa 700’000 cittadini della Quinta svizzera, ha accolto favorevolmente anche la possibilità di creare scuole in luoghi chiave sul piano della politica estera. A sua volta l’associazione educationsuisse, che difende gli interessi delle scuole elvetiche all’estero, condivide ampiamente la presa di posizione dell’OSE.
I partiti politici sono sulla stessa lunghezza d’onda, ad eccezione dell’Unione democratica di centro. Secondo la formazione democentrista, l’incoraggiamento alla formazione dei giovani svizzeri all’estero deve restare preponderante. All’UDC non piace neppure il fatto che la presenza svizzera all’estero debba essere favorita grazie agli istituti elvetici.