Festival del film di Cannes: la 53 esima edizione
La rassegna propone quest'anno oltre 700 produzioni cinematografiche e 23 pellicole in concorso provenienti da 15 paesi. Il cinema svizzero è rappresentato da Jean-Luc Godard, Silvio Soldini e Sonja Wyss.
Cannes macina candeline:quest’anno spegne la numero 53. Ma non c’è aria di festa. Dopo oltre venti anni come timoniere a capo della manifestazione, Gilles Jacob aveva finalmente scelto il suo delfino, Olivier Barrot, che ha brillato meno di una sola estate. Prima ancora della presentazione del programma, Barrot ha annunciato le sue dimissioni via Internet. Un tentativo di evitare imbarazzi che ha comunque provocato una ridda di supposizioni.
Quest’anno Cannes offre poco cinema americano, che comunque la si voglia rigirare è quel che da lustro e star ai festival, poco cinema europeo e forse troppo cinema francese. Prima o poi conosceremo i retroscena di questi strani giochi. Intanto conosceremo non solo i titoli, ma anche il corpo dei film che andranno a comporre questa edizione, almeno sulla carta non clamorosa.
E, in attesa di vedere quel che passa il tormentato convento, bisogna dire che Cannes dimostra sempre di fiutare l’aria dei tempi, almeno per quel che riguarda lo sviluppo del cinema. Un convegno fa infatti da premessa al festival, ponendo l’accento sulle nuove tecnologie, come Internet che andrà a ricoprire un ruolo informativo sempre maggiore. I francesi da moltissimi anni investono cifre colossali per organizzare il festival, non per sola mania di grandeur, bensì perché il festival trascina con sé un’infinità di altre manifestazioni, durante e dopo, come pure nel corso dell’intero anno.
Prezzi alle stelle, cartelli di tutto esaurito, presenze divistiche comunque certe, centinaia di titoli nuovi spalmati tra il concorso e le rassegne parallele: Certain regard, Quinzaine des réalisateurs, Semaine de la critique e il grande calderone ribollente del mercato. Il tutto trasforma ancora una volta la località della Costa Azzurra nella capitale del cinema mondiale. Ma, come detto, quest’anno il rischio di polemiche è altissimo.
Hanno cominciato italiani e spagnoli esclusi dal concorso, ma non è ancora detta l’ultima parola. L’Italia propone comunque molte coproduzioni e due titoli importanti nella Quinzaine des réalisateurs: «Preferisco il rumore del mare» di Mimmo Calopresti e «Pane e Tulipani» di Silvio Soldini, il regista con passaporto svizzero e italiano. L’attenzione è rivolta soprattutto a quest’ultimo film, una coproduzione italo svizzera, che ha già fatto incetta di David in Italia (ben 9 strappati poche settimane orsono).
Dopo aver dato un benefico scossone al botteghino locale, grazie al rinnovato interesse del pubblico, l’opera di Soldini cerca ora fortuna in terra straniera. E chissà che, pur non potendo concorrere, non sia proprio il film di Soldini uno dei vincitori morali di questa edizione. Il film si distingue per la solarità di un racconto che punta sui toni della commedia, senza perdere di vista il quadro d’insieme di una società che assapora il benessere, ma non riesce a liberarsi dei pregiudizi.
La Svizzera a Cannes è presente anche con il geniale e controverso Jean-Luc Godard. Il suo cortometraggio «L’origine du 21ème siècle», denso come sempre di metafore, associazioni e frammenti, è in programma nella serata di apertura del festival. Alla Quinzaine des réalisateurs prende inoltre parte la giovane regista Sonja Wyss con il suo film sperimentale «Grüezi wohl Frau Stirnimaa». Tra le varie coproduzioni vi è anche quella della società di Losanna CAB Production che ha partecipato al finanziamento della pellicola in concorso di Olivier Assayas «Les destinées sentimentales».
La 53 esima edizione del festival offre oltre 700 produzioni cinematografiche. In concorso figurano 23 opere provenienti da 15 paesi e firmate da alcuni dei grandi nomi del cinema mondiale, come Lars von Trier, Ken Loach o James Ivory . La presidenza della giuria è affidata quest’ann al regista francese Luc Besson.
Antonello Catacchio
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