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L’11 settembre in immagine

Due fasci di luce blu, per ricordare quello che non esiste più. www.hereisnewyork.org

Il Kunsthaus di Zurigo espone per un mese 500 fotografie scattate da cittadini americani subito dopo gli attentati.

Un incontro con immagini tristi, angoscianti, surreali, apocalittiche ma anche di speranza.

L’aereo che si schianta contro una delle Torri gemelle, cittadini americani che guardano atterriti verso l’alto, strade coperte di polvere bianca in un’atmosfera surreale, lumini che rischiarano le prime notti dopo gli attentati. Immagini che hanno fatto il giro del mondo.

“Here is New York”

“Here is New York”, questo il nome dell’esposizione zurighese, mostra queste ma anche altre immagini dell’11 settembre: 500 fotografie, a volte angoscianti, a tratti spettrali – soprattutto le rare in bianco e nero – ma tutte toccanti, a testimonianza di una tragedia che ha cambiato il mondo.

500 di 5’000 fotografie, realizzate da 3’000 fotografi professionisti e dilettanti, fra questi anche dei giovanissimi, che il Foyer del Kunsthaus espone fino al 6 di ottobre. La qualità delle fotografie, per lo più a colori, è ottima.

Molte spiccano per la loro originalità ed estetica, come l’immagine che raffigura un grande occhio femminile, color nocciola nel quale si specchia la skyline di New York. Una delle fotografie più ammirate.

Quel negozietto a Soho……

Subito dopo l’11 settembre, la popolazione di New York era stata invitata ad inviare le foto scattate l’undici settembre e nei giorni successivi alla tragedia. Le immagini erano state raccolte ed esposte in un negozietto di Soho. E’ nato così un originale archivio e una preziosa testimonianza storica.

Ben presto anche altre città americane ed europee hanno cominciato ad interessarsi all’esposizione. Una parte delle immagini sono così state fatte passare allo scanner, per poi essere stampate con lo stesso formato. A Zurigo sono state appese alle pareti e al soffitto, senza commenti, né spiegazioni.

Le foto si possono acquistare per 25 dollari l’una. Il ricavato della vendita verrà devoluto al fondo “Children’s Aid Society’s WTC Fund”. L’esposizione, che è gratuita, si tiene contemporaneamente oltre che a Zurigo anche a Stoccarda, Berlino, New York e in altre città americane. A New York la mostra è stata visitata da centinaia di migliaia di visitatori.

Il dolore

La mostra di Zurigo è una carellata sulle esperienze personali di persone, confrontate con una tragedia, che le ha scosse profondamente. Sono immagini di dolore e di tristezza come quella dei pompieri che, sfiniti, dormono nelle macerie del WTC o la fotografia che ritrae una macchina coperta di polvere, abbandonata in una strada dall’aspetto apocalittico, sulla quale qualcuno ha scritto “Benvenuti all’inferno”.

Un’altra immagine mostra un muscoloso braccio maschile con un tatuaggio: le due torri in fiamme dietro alla bandiera americana, che sanguina. Un’altra istantanea, toccante, raffigura una madre con un neonato nella carrozzella su un terrazzo che si affaccia sul mare. Dall’altra parte, le torri in un una nuovola grigia di fumo.

O l’angosciante immagine, in bianco e nero, di un orologio da donna, grigio, in mezzo alle macerie, ai sassi, pure grigi. L’orologio è fermo alle nove e dieci. Un’altra, inquietante fotografia, mostra in forma ingrandita una provetta con la scritta “tooth”, denti.

La solidarietà e la speranza

Non mancano però i messaggi di solidarietà e di speranza: la donna mussulmana, coperta da un velo bianco, che piange. Un cartellone, raffigurante John Wayne, con la scritta: “Non è tempo di cow boys. La sicurezza comincia a casa. Proteggete i vostri vicini mussulmani e arabi”. O un’altra scritta: “Il nostro dolore non è un grido di guerra”.

In questo scenario di tristezza non manca la speranza: l’immagine dei due fasci di luce blu, che si stagliano verso il cielo, al posto delle Torri gemelle o la foto della Statua della Libertà che si erige, imperturbabile, con il braccio alzato, davanti alle torri avvolte in un fumo nero.

Un invito a riflettere

Sono immagini che toccano, che fanno rabbrividire. I visitatori scuotono la testa. Qualcuno ha gli occhi lucidi. “E’ già venuta molta gente”, dice l’impiegata all’entrata, “vengono molti giovani, spesso classi intere”.

A differenza delle immagini televisive, che tutti abbiamo visto, le foto esposte a Zurigo sono più toccanti perché non sfuggono, sono lì, mute, a ricordarci quanto è successo.

Immagini senza rancore, di una città ferita. Immagini di dolore e di stupore. Una foto ritrae un biglietto scritto a mano da una donna pompiere, affisso ad una delle inferriate che delimitano il luogo del crollo del WTC.

Il biglietto dice: “Mi chiedo che cosa ci faccia credere di poter catturare il dolore, la perdita, l’orgoglio e la confusione – questa complessità di sentimenti – in una banale fotografia?”

Eppure, l’esposizione di Zurigo, sembra esserci riuscita…..

Elena Altenburger

Esposizione gratuita al Foyer del Kunsthaus di Zurigo;
dal 5 settembre al 6 ottobre 2002,
500 fotografie a colori e in bianco e nero;
Selezione fatta sulla base di 5’000 foto, scattate da 3’000 fotografi.

L’11 settembre è legato soprattutto ad un’immagine, quella dell’aereo che si schianta contro il World Trade Center. E proprio di immagini si occupa l’esposizione al Foyer del Kunsthaus di Zurigo.

Per superare il dramma dell’11 settembre e ricordarne il primo anniversario varie città americane ma anche europee e fra queste Zurigo, propongono una serie di fotografie scattate da fotografi professionisti e dilettanti l’11 settembre e i giorni successivi.

Momenti, impressioni, immagini di dolore e stupore ma anche di speranza e solidarietà.

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