Paléo, si entra nell’età matura?

Dal 24 al 29 luglio si svolge il 26esimo Paléo Festival. In cartellone, com'è oramai abitudine per il grande appuntamento estivo di Nyon, c'è un po' di tutto... anche se la parte del leone rimane riservata alla canzone francofona.
Pascal Obispo, Linda Lemay, Claude Nougaro, Vanesa Paradis, De Palmas, Henri Salvador… di che soddisfare gli amanti della lingua francese cantata. Ma in cartellone ci sono pure degli anglo-sassoni, come Texas, Pulp, Maceo Parker, Ben Harper, Placebo, John Hammond, Kool & The Gang.
E anche la world music sarà presente a Nyon: che si tratti del reggae di Black Uhuru, della musica africana di Ray Lema o di Geoffrey Oryema o del ra!i di Rachid Taha. E anche se a tutto ciò aggiungete i campioni della musica elettronica (Saint-Germain), del rap (Toublemakers, Le Peuple de l’Herbe) e una gruppetto di artisti svizzeri (Young Gods, Demmillac, Sinner dc, Zorg)… sarete ancora lungi dall’aver completato la lista dei partecipanti.
“6 giorni, 5 palcoscenici, 100 spettacoli” recita il sito del Paléo Festival di Nyon. Eppure, quest’anno gli organizzatori non vogliono strafare: “Abbiamo alleggerito la griglia del programma, proponendo qualche concerto in meno ma privilegiando certe scoperte, a costo di farli suonare due volte, par lasciar loro il tempo di trovare il proprio pubblico” ci spiega il capo-stampa Vincent Sager.
L’anno scorso, in occasione dell’edizione del 25esimo anniversario, il Paléo aveva sì registrato un enorme successo di pubblico, ma era stato anche al centro di dure critiche sulla stampa. Il che può forse spiegare in parte un certo numero di modifiche apportate quest’anno.
Un programma alleggerito, ma anche un tetto massimo di 32mila ingressi al giorno. E pure – vera rivoluzione per Paléo – degli schermi giganti sul grande palcoscenico e sotto la tenda. Una volontà di avvicinare il pubblico allo spettacolo e, chissà, di indurlo a moderare il tono delle chiacchiere…
Altra rivoluzione: il campeggio, che alcuni hanno qualificato di “Corte dei miracoli”, non sarà accessibile che ai detentori di biglietti per il festival, una decisione alla cui origine ci sono i furti e le aggressioni. Il famoso “spirito Paléo” sta dunque scomparendo? “Lo si constata qui come altrove, i delitti aumentano e le mentalità non sono più le stesse che dieci anni fa” constata Vicent Sager. “E questi delitti sono più pericolosi per lo spirito Paléo, che il fatto di limitare l’accesso al campeggio ai soli festivalieri”.
“6 giorni, 5 palchi, 100 spettacoli”… e probabilmente non saranno molto meno di 200mila le persone che verranno nuovamente a vivere lo “spirito Paléo”, compreso il buon umore e la gastronomia planetaria.
Bernard Léchot

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