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Bocciatura in vista per il servizio civico e la tassa sulle successioni

persone con braccia alzate
Con la sua iniziativa, la Gioventù socialista è riuscita a lanciare il dibattito sulla tassazione delle grandi eredità, ma non a conquistare l’elettorato. Keystone / Philipp Schmidli

Il prossimo 30 novembre dalle urne dovrebbero uscire due “no”, stando al secondo sondaggio della SSR. Un’ampia maggioranza di svizzeri e svizzere, sia in patria che all’estero, intende respingere sia l’iniziativa sulla tassa sulle successioni, sia l’introduzione di un servizio civico per tutti.

La Gioventù socialista (GISO) potrebbe subire una pesante sconfitta nella votazione federale del 30 novembre, stando al secondo sondaggio della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) realizzato dall’istituto gfs.bern. Già in difficoltà nel primo rilevamento, l’iniziativa che propone d’introdurre un’imposta di successione sui grandi patrimoni e d’impiegare i proventi per lottare contro il riscaldamento climatico ha perso ulteriore terreno.

Quando mancano poco più di 10 giorni al voto, il 68% dell’elettorato si oppone al testo. Il fronte del “no” è cresciuto di sei punti percentuali in un mese. Chi sostiene l’iniziativa rappresenta ormai solo il 30% delle persone aventi diritto di voto, mentre il 2% non ha ancora deciso come voterà.  

La proposta non convince nemmeno la diaspora, che spesso vota più a favore dell’ecologia rispetto a chi vive in patria. Il 64% degli svizzeri e delle svizzere all’estero si dice contrario al testo, il 33% lo sostiene e il 3% è indeciso. 

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Concretamente, l’iniziativa chiede l’introduzione di un’imposta del 50% sulle successioni e donazioni oltre la soglia di 50 milioni di franchi. Le entrate sarebbero destinate a finanziare misure climatiche. 

L’idea non trova però consensi al di fuori dei ranghi del Partito socialista e dei Verdi, secondo il sondaggio. Più di due terzi dell’elettorato teme che chi eredita un’impresa non disponga di liquidità sufficiente per pagare la tassa e sia costretto a vendere. È l’argomento più convincente. 

Per il secondo sondaggio in vista delle votazioni federali del 30 novembre 2025, l’istituto gfs.bern ha intervistato 12’939 elettori ed elettrici tra il 5 e il 13 novembre. Il margine di errore statistico è compreso tra ±2,8 punti percentuali.

Una quota simile di persone aventi diritto di voto dubita dell’efficacia di tale imposta, ritenendo che chi è ricco possa facilmente aggirarla trasferendosi all’estero. 

Tuttavia, la maggioranza delle persone intervistate continua a pensare che gli ultraricchi dovrebbero contribuire di più alla protezione del clima, poiché sono responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra.  

>>> Tutto quello che c’è da sapere sull’iniziativa sull’imposta sulle successioni:

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“L’opposizione all’iniziativa della GISO si è formata presto e si è ulteriormente consolidata in un mese”, osserva la politologa di gfs.bern, Martina Mousson. A suo avviso, la campagna ha spostato l’attenzione dal problema sollevato dall’iniziativa alle criticità della soluzione proposta. “Tutti gli indicatori suggeriscono chiaramente una bocciatura da parte del popolo”, afferma la politologa. 

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Il servizio civico non dovrebbe vedere la luce

L’altro oggetto in votazione il 30 novembre, l’iniziativa per un servizio civico, non riscuote molto più successo. 

Il sostegno a questa proposta, che chiede di estendere l’obbligo di servizio – attualmente riservato agli uomini – all’intera popolazione, è crollato durante la campagna. L’idea, lanciata da un’associazione ginevrina, è di obbligare tutte le persone di nazionalità svizzera a svolgere un servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente. 

>>> Tutto quello che c’è da sapere sull’iniziativa per un servizio civico per tutti:

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Secondo il sondaggio SSR, il 64% delle persone intervistate è contrario all’iniziativa, ossia 18 punti percentuali in più rispetto a un mese fa. Solo il 32% è ancora favorevole e il 4% non ha ancora un’opinione. 

Le proporzioni sono simili tra chi vive all’estero: il 62% è contrario al testo, il 34% lo sostiene e il 4% resta indeciso. 

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All’inizio della campagna, l’iniziativa era sostenuta in maggioranza dall’elettorato dei partiti di sinistra. Non è più così. Oggi, solo chi è vicino al Partito Verde Liberale (PVL) è ancora favorevole al servizio civico. 

La crescita del fronte del “no” si riflette negli argomenti: il 70% delle persone intervistate teme che un obbligo di servizio per tutte e tutti comporti costi aggiuntivi considerevoli per i Cantoni. Questo argomento ha guadagnato peso. 

Parallelamente, gli argomenti dei promotori convincono sempre meno. L’idea di base dell’iniziativa continua però a piacere alla maggioranza: il 64% degli elettori e delle elettrici ritiene che un servizio civico universale rafforzerebbe la solidarietà e la consapevolezza delle proprie responsabilità. 

Poiché le iniziative tendono a perdere sostegno nel corso della campagna, dalle urne il 30 novembre dovrebbe uscire un “no” anche per quella sul servizio civico.   

>> Bisogna sostituire il servizio militare con un servizio civico per tutti e tutte?

Articolo a cura di Pauline Turuban

Traduzione con il supporto dell’IA/mar

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