
Dalla Svizzera a Bagdad: due segnali di normalizzazione

Il presidente della Croce Rossa internazionale, Jakob Kellenberger, si trova in visita in Iraq per coordinare le operazioni umanitarie.
Contemporaneamente il Dipartimento degli esteri riapre l’Ufficio di collegamento. Era stato evacuato in Giordania durante il conflitto.
Il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), lo svizzero Jakob Kellenberger, si è recato lunedì a Baghdad per una visita di 48 ore per incontrare i delegati dell’organizzazione e il rappresentante statunitense Jay Garner, responsabile dell’Ufficio americano della ricostruzione e dell’assistenza umanitaria.
Con questa visita Kellenberger intende «ringraziare personalmente» i collaboratori del CICR rimasti in Iraq anche durante il conflitto per il «coraggio e la determinazione» dimostrati, precisa una nota pubblicata a Ginevra.
Coordinamento con gli alleati
Nella capitale, il responsabile del CICR partecipa inoltre oggi ad una cerimonia in memoria del delegato Vatche Arslanian, ucciso in missione lo scorso 8 aprile nel corso di scontri a Baghdad.
Con l’ex generale Garner, Kellenberger vuole discutere dell’attuale situazione in Iraq, delle conseguenze giuridiche e del ruolo svolto dal Cicr in qualità di organizzazione umanitaria indipendente.
Il CICR – attivo in settori quali l’assistenza agli ospedali, l’accesso all’acqua e la visita ai prigionieri di guerra – è presente nel Paese con 450 impiegati.
Presenta svizzera in Iraq
Martedì 6 maggio, l’Ufficio di collegamento della Svizzera a Bagdad riprenderà le sue attività. Sarà diretto da un diplomatico specializzato nel mondo arabo, Martin Aeschbacher.
Un coordinatore per l’aiuto umanitario in Iraq, assistito da un addetto alla comunicazione per informazioni relative all’aiuto umanitario svizzero, e un collaboratore incaricato delle questioni consolari accompagnano Martin Aeschbacher.
Saranno coadiuvati dal personale locale dell’Ufficio di collegamento. In una prima fase il coordinatore per l’aiuto umanitario si inserisce nel processo di valutazione della situazione umanitaria. In seguito si occuperà dei progetti sul terreno.
Normalizzazione precaria
L’Ufficio aveva interrotto le sue attività il 18 marzo e il personale svizzero era stato evacuato verso Amman. Le attuali condizioni di sicurezza a Bagdad e nel Paese consentono di riprendere il lavoro.
I locali dell’ ufficio di collegamento come pure le residenze non sono state danneggiate dalle operazioni militari né dai saccheggi compiuti dopo la caduta del regime iracheno.
Il Dipartimento federale degli affari esteri continua comunque a sconsigliare esplicitamente ai privati di recarsi in Iraq. La situazione non permette infatti di compiere affari o viaggi privati. Le strutture indispensabili non funzionano ancora in maniera adeguata.
swissinfo e agenzie

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.