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Svizzera e Italia verso l’accordo di assistenza giudiziaria

Dopo il senato, toccherà alla camera esprimersi sul controverso disegno di legge Keystone

Il senato italiano ha approvato venerdì il disegno di legge che ratifica la convenzione fra Italia e Svizzera per l'assistenza giudiziaria. Firmato nel 1998 e già ratificato a Berna, l'accordo passa ora alla Camera dei deputati: se verrà approvato, si concluderà l'estenuante iter parlamentare, costellato da polemiche fra gli opposti schieramenti politici italiani.

Contro il provvedimento, a suo tempo fortemente voluto dal governo italiano per accelerare le rogatorie internazionali, ha votato tutto il centrosinistra, che anche durante la seduta di giovedì ha fatto ricorso all’ostruzionismo nel tentativo di bloccare il disegno di legge.

Secondo il centrosinistra, infatti, la ratifica dell’accordo impedirebbe alla giustizia di arrivare a far luce sulle attività illecite dell’attuale presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Da parte sua, la Camera dei deputati aveva già approvato l’accordo il 1° marzo scorso, ma la successiva ratifica al senato si era arenata nelle polemiche: Antonio Di Pietro, senatore ed ex magistrato milanese di «Mani pulite», aveva parlato di un «polo trasversale» che aveva interesse a bloccare l’approvazione dell’accordo.Il disegno di legge è poi decaduto quando sono state sciolte le camere. Ora l’intera procedura parlamentare ricomincia da zero.

La Convenzione bilaterale di assistenza giudiziaria italo-svizzera, accordo aggiuntivo alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria, era stata firmata il 10 settembre 1998 a Roma dall’allora consigliere federale Arnold Koller, insieme a due altri testi sulla riammissione dei clandestini e sulla cooperazione nel settore della polizia.

Berna era interessata a rendere meno tesa la situazione alla frontiera ticinese – allora sotto pressione a causa dell’arrivo in massa di rifugiati kosovari – e in contropartita l’Italia aveva chiesto di snellire le procedure di assistenza giudiziaria per accelerare la conclusione dei processi di corruzione. Le Camere federali hanno ratificato la convenzione già nella primavera del 1999.

L’accordo prevede in particolare l’istituzione, chiesta da Roma, di un «Ufficio centrale Italia» presso l’Ufficio federale di polizia a Berna. L’Ufficio si occuperà delle rogatorie nei casi di corruzione o di criminalità organizzata e dei dossier che interessano più cantoni. In questo modo le procedure di assistenza internazionale risulteranno semplificate e le autorità della Penisola potranno consultare più velocemente le «carte svizzere» relative ai processi pendenti nel loro paese.

Tra le altre disposizioni più importanti, la concessione dell’assistenza giudiziaria nei casi di truffa in materia fiscale, anche per i procedimenti penali di competenza di autorità amministrative.

swissinfo e agenzie

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