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Scienza e diplomazia, due specialità svizzere per anticipare il mondo di domani

persone sedute su delle poltrone discutono nel quadro di una tavola rotonda
Alla tavola rotonda moderata da Mark Livingston, caporedattore di SWI swissinfo.ch (sulla sinistra), hanno partecipato il presidente emerito dell'Accademia svizzera di scienze naturali Marcel Tanner, la giornalista Imogen Foulkes e il segretario di Stato del DFAE Alexandre Fasel. Thomas Kern / swissinfo.ch

L'anticipazione scientifica nella diplomazia e il contributo della Svizzera alla risoluzione dei grandi problemi globali sono stati al centro di una tavola rotonda organizzata da SWI swissinfo.ch e dalla fondazione GESDA.

Intelligenza artificiale, computer quantistici e ingegneria climatica: ne avete già sentito parlare? Molto probabilmente sì e magari avete già sperimentato la potenzialità di strumenti quali ChatGPT o avete letto articoli sulla possibilità di modificare la radiazione solare.

C’è però un interrogativo a cui nessuno è ancora in grado di rispondere. In che modo queste tecnologie condizioneranno la nostra vita e il pianeta in futuro?

Non lo sappiamo, ma questo non è un motivo per non fare nulla e lasciare che siano gli Stati più potenti o le grandi multinazionali a definire l’impatto delle rivoluzioni tecnologiche sulla società.

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“Viviamo in un mondo in cui la tecnologia si sviluppa rapidamente. Abbiamo il sentimento che non ci siano regole e che la governanza della tecnologia sia in ritardo. Ma non deve essere per forza così”, ha affermato Michael Hengartner, presidente del Consiglio dei Politecnici federali.

Hengartner è intervenuto a un evento organizzato martedì nella sede di SWI swissinfo.ch e della Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca SRF a Berna, a cui hanno partecipato rappresentanti del mondo scientifico, della diplomazia, della politica e dei media. Al centro della discussione c’erano il ruolo dell’anticipazione scientifica nella diplomazia e le soluzioni svizzere ai grandi problemi globali.

 >> Leggi: Anticipare le future tecnologie per il bene dell’umanità

Larissa M. Bieler, direttrice di SWI swissinfo.ch, e Michael Hengartner, presidente del Consiglio dei Politecnici federali.
Larissa M. Bieler, direttrice di swissinfo.ch, e Michael Hengartner, presidente del Consiglio dei Politecnici federali. Thomas Kern / swissinfo.ch

La diplomazia scientifica è una tradizione svizzera

Una di queste soluzioni è GESDACollegamento esterno (Geneva Science and Diplomacy Anticipator), una fondazione con sede a Ginevra che analizza la ricerca scientifica e le tendenze tecnologiche per elaborare raccomandazioni al mondo politico.

Istituita nel 2019 come iniziativa congiunta del Consiglio federale, della Città e del Cantone di Ginevra, GESDA promuove lo scambio tra scienza e diplomazia per trovare soluzioni a questioni quali la crisi climatica, la sostenibilità o la salute.

La questione climatica è tipicamente un ambito in cui “la scienza diventa uno strumento della diplomazia”, ha detto a swissinfo.ch Alexandre Fasel, segretario di Stato del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ed ex incaricato speciale per la diplomazia scientifica nella Ginevra internazionale. L’esempio è il ruolo del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) nelle misure prese dalla comunità internazionale. “Abbiamo invitato la scienza nel processo diplomatico”, secondo Fasel.

“La Svizzera ha una forte tradizione nella diplomazia scientifica”, ha sottolineato Larissa M. Bieler, direttrice di swissinfo.ch, ricordando come, dopo la Seconda guerra mondiale, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare di Ginevra (CERN) abbia contribuito a riavvicinare l’Europa e il mondo attraverso la scienza.

>> Leggi: Perché la Svizzera dedica tanta attenzione alla diplomazia scientifica?

un uomo seduto su una poltrona rossa durante una tavola rotonda
Alexandre Fasel è segretario di Stato del DFAE ed ex incaricato speciale per la diplomazia scientifica a Ginevra. Thomas Kern / swissinfo.ch

Massimizzare gli effetti positivi e ridurre gli impatti negativi

GESDA non guarda però al passato. Riflette sul futuro, per capire quali saranno le rivoluzioni scientifiche tra cinque, dieci o 25 anni.

Le anticipazioni sono riassunte in un radar delle svolte scientificheCollegamento esterno, che secondo la fondazione dovrebbe diventare uno strumento per il multilateralismo nei negoziati della Ginevra internazionale e oltre. “Ma questo non è sufficiente”, ha avvertito Michael Hengartner, membro del comitato di GESDA.

È anche fondamentale sapere quali sono gli sviluppi tecnologici rilevanti per la società e per quali si dovrebbe iniziare una discussione multilaterale già adesso. L’obiettivo è di massimizzare gli effetti positivi, e fare in modo che tutti vi potranno accedere, e di ridurre sin da subito i potenziali impatti negativi, ha detto.

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Un progetto concreto è l’Open Quantum InstituteCollegamento esterno. L’istituto con sede a Ginevra intende mettere le tecnologie quantistiche al servizio del bene comune e accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il drastico aumento della velocità di calcolo dei computer dovrà andare a beneficio non solo delle grandi aziende, ma pure delle popolazioni dei Paesi più poveri, ha detto Alexandre Fasel.

I computer quantistici non sono l’unico ambito in cui la Svizzera può offrire soluzioni a livello globale, ha fatto notare Marcel Tanner, presidente emerito dell’Accademia svizzera di scienze naturali. Per questioni complesse che riguardano il clima, l’energia o le neuroscienze, la Svizzera ha già gettato delle basi su cui costruire il futuro.

Pensare più a lungo termine

GESDA fa da ponte tra chi è all’avanguardia nella ricerca e chi opera nel settore pubblico e privato, è stato ribadito durante la tavola rotonda. La sua forza è di riunire gli attori principali attorno a una riflessione, senza entrare in una logica di negoziato in cui ognuno tenta di imporre la propria visione. “Le soluzioni devono però venire dalla diplomazia, dalle aziende e dai Governi”, ha rilevato Alexandre Fasel.

La sfida è di affrontare già adesso un futuro ancora lontano. Imogen Foulkes, giornalista di swissinfo.ch e della BBC a Ginevra, responsabile di un podcast sulla Ginevra internazionale, ha rammentato la diplomazia è confrontata con problemi attuali, più immediati: “Pensa a corto termine e questo potrebbe essere un problema per GESDA”.

La pandemia di Covid-19, ha aggiunto, ha però lasciato delle tracce. L’Organizzazione mondiale della sanità aveva invitato i Paesi a prepararsi, ma nessuno ha reagito prontamente. Poi sappiamo come sono andate le cose. “Ora, forse i diplomatici riconoscono un po’ di più che è necessario pensare più a lungo termine”, ha detto Foulkes.

“GESDA è un bambino che ha solo cinque anni”, ha concluso Michael Hengartner. “Ma ha grosse ambizioni di contribuire positivamente alla società”.

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