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“All’inizio la sostenibilità era una nicchia occupata principalmente da donne idealiste”

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Le dighe idroelettriche - nell'immagine la diga della Grande Dixence in Vallese - sono emblematiche delle infrastrutture sostenibili che tuttavia hanno un certo impatto sull'ambiente. Keystone / Alessandro Della Bella

Barbara Weber, fondatrice e gerente associata della società di investimento B Capital Partners, deplora la mancanza di uno spirito d'avanguardia in Svizzera nel settore del finanziamento delle infrastrutture sostenibili. Intervista.

Impianti di produzione di energia, sistemi di trasporto, reti di approvvigionamento idrico o sistemi di telecomunicazione: le infrastrutture sono onnipresenti e svolgono un ruolo centrale nella transizione verso un’economia più sostenibile.

“È un’idiozia pensare che le donne siano degli esseri umani migliori.”

Secondo le Nazioni Unite, le infrastrutture sostenibili sono definite come “infrastrutture pianificate, progettate, costruite, gestite e smantellate in modo da garantirne la sostenibilità economica, finanziaria, sociale, ambientale e istituzionale per l’intero ciclo di vita”.

A Zurigo abbiamo incontrato Barbara Weber, una delle maggiori esperte d’investimenti infrastrutturali, talvolta definiti “verdi”.

SWI swissinfo.ch: Lei ha vissuto in diversi Paesi al di fuori della sua Germania. Perché ha deciso di fondare B Capital Partners a Zurigo?

Barbara Weber: Nel 2003 ho lavorato a Zurigo come consulente specializzata in investimenti sostenibili. La città mi è piaciuta molto e ho deciso di creare qui B Capital Partners, proprio come si decide di andare al cinema. È stato semplice!

I vostri uffici si trovano sulla Bahnhofstrasse, una delle vie più prestigiose e care della Svizzera. Avete bisogno di un tale indirizzo per essere credibili?

Personalmente, la cosa più importante è l’accessibilità dei nostri clienti e del personale tramite i mezzi pubblici. Ma è anche vero che una tale posizione è vista dai nostri investitori esterni come un segno di professionalità e d’impegno a lungo termine.

Ovviamente, per B Capital Partners è molto importante essere – ed essere percepita – un leader di pensiero negli investimenti in infrastrutture sostenibili. Per questo motivo scrivo libri e numerose pubblicazioni, oltre ad accettare di intervenire in seminari specialistici.

La tedesca Barbara Weber ha fondato la società di investimento B Capital Partners AG a Zurigo nel 2003 dopo aver completato gli studi di dottorato presso le università di Harvard e di San Gallo. Oltre al suo ruolo di dirigente associata di B Capital Partners AG, Barbara Weber è una scrittrice prolifica. In particolare, è autrice di quattro libri sugli investimenti nelle infrastrutture, tra cui “Infrastructure as an Asset Class” (Wiley Finance, 2016). Christian Schwarz

B Capital Partners è firmataria dei “Women’s Empowerment PrinciplesCollegamento esterno“. Le donne sono particolarmente sensibili alle questioni ambientali, sociali e di governance?

No, è un’idiozia pensare che le donne siano degli esseri umani migliori. D’altra parte, però, è vero che la sostenibilità era inizialmente una nicchia occupata principalmente da donne idealiste. Quando, però, il settore è diventato più importante, ha attirato molti uomini che volevano fare carriera.

I quadri direttivi delle banche svizzere non possono far parte dei loro consigli di amministrazione. Perché non applica questa regola di buona governance presso B Capital Partners?

I due scenari non sono paragonabili. I direttori delle banche non sono proprietari. Nel mio caso, oltre alla funzione di gestione, faccio parte del consiglio di amministrazione in quanto comproprietaria. All’inizio ho anche presieduto il consiglio di amministrazione, ma ho ceduto questo ruolo a un’amministratrice esterna, nella fattispecie Monica dell’Anna.

Quali sono gli aspetti che le piacciono di più e di meno nel settore degli investimenti sostenibili?

Odio il greenwashing. Fortunatamente, grazie alle normative governative, questo fenomeno è in declino. D’altra parte, sono molto contenta quando gli investitori apprezzano la sincerità del nostro approccio.

B Capital Partners si concentra esclusivamente sulle infrastrutture sostenibili. Questo significa che rinunciate a opportunità altamente redditizie ma non sostenibili?

A lungo termine, diciamo entro dieci anni, tutte le buone opportunità di investimento dovrebbero essere sostenibili. In alcuni casi è ancora possibile inquinare senza essere penalizzati finanziariamente, ma a lungo termine questo non sarà più possibile.

Gli investitori svizzeri sono all’avanguardia in questo settore?

Non proprio. Gli investitori svizzeri hanno la possibilità di finanziare progetti d’infrastrutture sostenibili, ma non sono obbligati a farlo. Gli investitori istituzionali dell’Unione europea, invece, devono sottostare a normative vincolanti.

Le automobili elettriche sono sostenibili per alcuni aspetti, ma molto meno per altri. Queste zone grigie sono diffuse?

Sì. Prendiamo le dighe: generano elettricità in modo sostenibile, ma al contempo possono avere impatti negativi sulla biodiversità. Definire dei metodi di confronto, ad esempio tra i benefici di un chilowattora sostenibile e i danni alla biodiversità, è una vera sfida. A mio avviso, dobbiamo assolutamente evitare di danneggiare la biodiversità in modo irreversibile.

Quasi tutte le società d’investimento pongono l’accento sulla sostenibilità dei loro investimenti. Chi investe ancora in infrastrutture non sostenibili?

Almeno in Europa, i fondi di previdenza, le compagnie assicurative, i fondi sovrani e alcune fondazioni si astengono dal farlo per rispetto delle proprie normative. Al contrario, gli investitori privati – che non sono soggetti a questo tipo di vincoli – hanno ancora la possibilità di finanziare infrastrutture non sostenibili. Tuttavia, le banche e le assicurazioni si rifiutano sempre più spesso di fornire loro dei servizi per motivi di immagine.

Penso che sia accettabile investire in aziende che possiedono ancora delle infrastrutture non sostenibili (perché queste non possono scomparire in un batter d’occhio), ma a condizione che queste società si orientino in modo credibile verso una nuova generazione di infrastrutture sostenibili.

Il coinvolgimento degli Stati nelle infrastrutture è importante. Quali sono le sfide specifiche che deve affrontare la sua società?

Le normative statali sono spesso il risultato di compromessi politici. Ad esempio, nel settore ferroviario c’è poca concorrenza e una certa inefficienza; ciononostante, le aziende attive in questo settore hanno anche l’obbligo di fornire servizi in regioni molto remote.

In questo contesto, preferiamo concentrarci sulle infrastrutture di piccole e medie dimensioni perché queste sono soggette a una maggiore concorrenza e quindi sono più efficienti. Anche i ritorni sugli investimenti sono più interessanti.

Avete sviluppato uno strumento di gestione del rischio specifico per il vostro settore. Perché avete messo questo strumento a disposizione di tutti e tutte su Internet?

Al fine di portare avanti la causa della sostenibilità il più rapidamente possibile, eravamo convinti delle necessità di condividere tutto, compreso il nostro strumento di gestione. L’applicazione è stata quindi scaricata molte volte dalla concorrenza, da chi fa consulenza e da chi investe. Purtroppo, abbiamo ricevuto pochissimi feedback utili per migliorarla. Abbiamo dovuto rassegnarci a non rendere pubbliche le sue ultime versioni.

Articolo a cura di Samuel Jaberg

Tradotto dal francese da Luigi Jorio

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