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«Lavorare in banca sarà sempre più difficile»

Anupam Agarwal: un caso classico di licenziamento in venti minuti. swissinfo.ch

Nel settore bancario, la sicurezza di un impiego e di soldi facili appartiene ormai al passato. Licenziato dall'UBS, dove ricopriva un ruolo di quadro, Anupam Agarwal lancia un monito ai giovani che ambiscono a far carriera in questo settore.

Anupam Agarwal ha iniziato la sua carriera nella principale banca elvetica a Londra, nel 1984. Ha lavorato a Francoforte e Hong Kong, prima di raggiungere la sede zurighese nel 2007, quale direttore della gestione della tesoreria.

La crisi che ha colpito il settore bancario, e in particolar modo l’UBS, l’ha travolto in pieno volto. All’età di 49 anni, Anupam Agarwal si è ritrovato da un giorno all’altro senza un lavoro, così come diverse altre migliaia di dipendenti dell’UBS.

swissinfo.ch: Cosa ha significato per lei questo licenziamento?

Anupam Agarwal: Col senno di poi, posso comprendere le ragioni di questa decisione. Ma mi ha sconvolto il modo in cui me l’hanno annunciato. Avrebbero sicuramente potuto farlo molto meglio, invece di coglierci di sorpresa durante una riunione.

Tutto si è svolto in venti minuti. Ti dicono che sei di troppo e una volta conclusa la seduta, torni alla tua scrivania, prendi tutte le tue cose e sei accompagnato alla porta.

swissinfo.ch: Cos’ha fatto da allora?

A. A.: Ho cercato lavoro in Svizzera. Ma per me la lingua è uno degli ostacoli più grandi. Ho sempre lavorato in inglese. Parlo un po’ di tedesco e di francese, ma non è sufficiente per essere assunto da un’azienda e poter comunicare a livello professionale. Ora sto seguendo dei corsi e una volta ottenuto un diploma sarà forse più facile trovare un impiego.

swissinfo.ch: Non ha mai pensato di cambiare lavoro?

A. A.: Certo. È un’idea fissa. Abbandonare completamente il settore bancario e mettere le mie competenze al servizio dell’industria, vedere come le mie esperienze possano essere utili nella gestione delle finanze in altri settori.

swissinfo.ch: Come valuta il settore bancario, in particolar modo quello svizzero?

A. A.: Se si guarda al settore bancario in una prospettiva globale, ci si rende conto che ci sono diversi cambiamenti nella regolamentazione che sono già stati annunciati, mentre altri lo saranno presto.

Il modello dell’autoregolamentazione, difeso a spada tratta dagli americani, ha mostrato i suoi limiti.

Questi cambiamenti – che includono aumenti di capitale, maggiori esigenze di fondi propri e abbassare i dei limiti all’indebitamento – obbligheranno le banche a ridurre i loro effettivi, e magari a specializzarsi di più e sicuramente ad aumentare i fondi propri. In parte lo stanno già facendo: hanno delle scadenze entro le quali devono adattarsi a queste nuove regole.

In sostanza questo significa che le banche dovranno conservare una parte ben più importante dei loro utili invece di distribuirli sotto forma di dividendi o di bonus. Gran parte delle entrate delle banche va agli impiegati. Ma questa prassi sta cambiando. L’epoca in cui si poteva sperare in un bonus semplicemente avendo fatto il proprio lavoro fa parte del passato. Il bonus era concepito per ricompensare una performance eccezionale. Ma tutti erano arrivati al punto di aspettarsi un bonus per il semplice fatto di aver eseguito quanto dovuto. Ora non è più così.

Secondo me nei prossimi dieci anni le banche si trasformeranno in un luogo dove sarà sempre più difficile lavorare. Continueranno probabilmente a offrire dei buoni salari di base, ma le componenti supplementari – come i bonus – saranno sempre più difficili da ottenere e sicuramente saranno meno elevati.

swissinfo.ch: Cosa si sente di dire ai giovani che vogliono avventurarsi nel settore bancario?

A. A.: Conosco persone che hanno fatto un apprendistato all’UBS e dopo due anni hanno dovuto partire.

Bisogna essere coscienti che fare un praticantato in banca non garantisce più un impiego in questo settore, né la possibilità di fare carriera. Sono in diversi a non aver trovato lavoro dopo l’apprendistato.

Forse sono arrivati in un momento sbagliato, quando le banche stavano già riducendo le loro spese e i loro effettivi. E in quei tempi, non potevano permettersi di assumere qualcuno senza o con poca esperienza.

Secondo l’agenzia di stampa specializzata Bloomberg, nel 2011 il settore finanziario ha perso quasi 200’000 impieghi nel mondo.

In agosto, HSBC ha annunciato la soppressione di 30’000 posti. Lloyds ne sopprimerà 15’000, Barclays 3’000 e Royal Bank of Scotland 3’500.

La banca olandese ABM Ambro ha deciso dal canto suo di tagliare 2’350 impieghi nel 2011.

Negli Stati Uniti, Bank of America ha lanciato lo scorso settembre un programma di riduzione dei costi che tocca 30’000 impieghi e nel mese di maggio 2012 ha annunciato il taglio di altri 2’000.

Citigroup ne sopprimerà 4’500, Goldman Sachs 1’000 e Morgan Stanley 1’600.

Traduzione dall’inglese, Stefania Summermatter

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