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Il suffisso .swiss sarà disponibile anche per svizzeri e svizzere all’estero

Ragazzi fotografano una scritta del suffisso Internet.swiss
L'introduzione del suffisso .swiss aveva suscitato grande entusiasmo nel Paese. Keystone / Johannes Diboky

Finora riservato solo ad aziende di casa nella Confederazione, l'ambito suffisso .swiss dal 2024 potrà essere utilizzato anche per siti web di svizzeri e svizzere residenti all'estero, ma solo per scopi non commerciali. 

Il Consiglio federale ha adottato mercoledì 28 giugno una revisione dell’Ordinanza sui domini Internet che prevede la novità. Dall’introduzione nel 2016 ad oggi, i domini .swiss sono stati riservati esclusivamente ad imprese iscritte nel registro di commercio con sede e centro amministrativo nella Confederazione, ad enti e organizzazioni di diritto pubblico, nonché ad associazioni e fondazioni svizzere. All’inizio di maggio 2023, secondo le autorità federali erano circa 19’000 i siti web con questo suffisso.

Con la modifica annunciata il mese scorso, inserita in una revisione dell’Ordinanza sui domini Internet (ODIn)Collegamento esterno, la palla passa all’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), che è il gestore del registro domini. L’UFCOM dovrà ora intraprendere tutti i passi necessari per l’applicazione della novità.

A partire dal primo semestre del 2024, infatti, anche le persone fisiche domiciliate nella Confederazione, nonché gli svizzeri e le svizzere residenti all’estero, potranno aggiungere l’ambito .swiss ai loro siti web. La novità arriva tuttavia con una serie di condizioni e limitazioni. Anzitutto, il nome di un sito che voglia utilizzare il suffisso .swiss dovrà contenere uno o più cognomi presenti nel registro dello stato civile.

Anche la Quinta Svizzera potrà accedere al dominio, ma solo per una presenza Internet che abbia scopo privato, associativo o caritativo. In soldoni: le attività commerciali gestite da cittadini o cittadine svizzere all’estero non potranno utilizzarlo.

La revisione dell’ODIn prevede anche misure per rafforzare la lotta alla criminalità informatica. Finora, una persona titolare di un dominio con suffisso .ch o .swiss che fosse sospettata di abuso aveva 30 giorni di tempo per identificarsi e comunicare alle autorità elvetiche un indirizzo postale di residenza nella Confederazione. Con la nuova versione dell’ordinanza appena approvata, avrà invece solo dieci giorni di tempo per reagire e fornire le prove del suo diritto ad utilizzare i suffissi elvetici.

Infine, ai siti Internet registrati da meno di 90 giorni verrà applicata una disposizione supplementare, in virtù della quale di fronte a sospetti di abuso l’UFCOM potrà bloccare il dominio in questione per dieci giorni, e procedere con la sua revoca nel caso la persona titolare non si sia nel frattempo lasciata identificare, fornendo le credenziali della sua legittimità ad utilizzarli.

La questione dei suffissi di un sito Internet è materia appassionante per chi si occupa del settore, ed è considerata cruciale soprattutto per le attività commerciali. Mentre agli albori della Rete erano poche le scelte disponibili, ci sono ormai sul mercato infinite possibilità. Alcune sono eminentemente pratiche, ovvero legate a specifici settori produttivi, per esempio .florist o .news. Negli ultimi anni, tuttavia, sono emersi anche suffissi come .guru o .ninja, destinati a presenze digitali che puntino ad avere un’immagine frizzante o ad attirare uno specifico pubblico.

I domini come .ch sono definiti invece “di primo livello” (TLD, da “top-level domain”) per il posto gerarchico che occupano nel sistema informativo alla radice di Internet.


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