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Vekselberg nega influenze da parte del Cremlino

Viktor Vekselberg è uno degli uomini più ricchi di tutta la Russia Keystone

In occasione dello «Swiss economic forum» di Thun, il miliardario moscovita Viktor Vekselberg ha difeso la propria strategia d'espansione in Svizzera, negando di agire per conto dello stato russo.

La multinazionale di Vekselberg – Renova – ha recentemente suscitato scossoni nel mondo economico svizzero, acquisendo importanti partecipazioni in aziende come Oerlikon e Sulzer.

Durante il suo discorso di giovedì, il magnate ha smentito le voci secondo cui le proprie operazioni sarebbero finanziate da fondi statali russi e l’intenzione sarebbe quella di vendere le imprese elvetiche acquistate.

Le critiche formulate nei confronti di Viktor Vekselberg concernono inoltre i suoi rapporti con l’ex presidente, ora primo ministro, Vladimir Putin.

Stando ad alcuni giornali, l’ex ministro russo dell’economia German Gref avrebbe inoltre minacciato ripercussioni per le aziende svizzere attive in Russia, se la Commissione federale delle banche dovesse mettere in discussione le strategie commerciali di Renova nella Confederazione.

«Anche se lo stato russo non ha partecipazioni nella Renova, in Svizzera c’è chi sostiene che l’azienda è in mano al Cremlino. I miei incontri con il presidente Putin sono stati fraintesi, si è pensato che lui mi desse istruzioni», ha affermato Vekselberg a Thun.

Secondo il miliardario, «ciò è totalmente assurdo. I nostri investimenti elvetici non hanno nulla a che vedere con il governo russo e con fondi statali russi».

Nessuna speculazione

Durante le scorse settimane, Renova è uscita vittoriosa dalla battaglia contro l’ex alleato austriaco, il gruppo Victory. L’oggetto della disputa era il controllo totale di Oerlikon e Sulzer.

Alcuni media hanno menzionato un presunto piano segreto, volto a fondere queste aziende per creare un gigante del settore. Vekselberg non ha commentato tali affermazioni, respingendo comunque energicamente l’accusa di essere uno speculatore.

Lotta contro la corruzione

Vekselberg ha ammesso che la rapida crescita della Russia, diventata una potenza economica mondiale, ha generato diversi problemi, tra cui la corruzione. Comunque, sempre secondo l’imprenditore, il paese è sulla via giusta per sconfiggere «questo gravissimo tarlo».

Egli ha poi sottolineato che «l’Europa e gli Stati Uniti hanno avuto due secoli di tempo per costituire le proprie economie di mercato, mentre la Russia ha dovuto farlo in quindici anni». Vekselberg ha aggiunto: «Abbiamo certamente commesso degli errori, ma siamo anche stati capaci di trarne i giusti insegnamenti».

«Pazzia russa»

Nel quadro del proprio intervento, Viktor Vekselberg ha parlato della sua filosofia in materia d’affari, basata sulla fiducia, l’onore e il rispetto. «Durante questi diciotto anni [dalla fondazione di Renova] non ho mai venduto nulla di importante, poiché ogni azienda è come un figlio per me. Forse sono un sentimentale… Comunque, che piaccia o meno, siamo venuti per restare a lungo», ha affermato.

Il miliardario moscovita ha così concluso: «Desideriamo diventare cittadini e uomini d’affari perfettamente integrati nel vostro ospitale paese. Stiamo facendo ogni sforzo possibile per capire le vostre tradizioni sociali, storiche e culturali. Da parte nostra, cercheremo di offrire un pizzico di pazzia russa e un ritmo di crescita accelerato».

swissinfo, Matthew Allen, Thun
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

Nato nel 1957, Viktor Vekselberg – che risiede in Svizzera, nella regione di Zurigo – è uno degli uomini più ricchi della Russia, con un patrimonio personale stimato attorno a 8 miliardi di franchi.

Dopo aver lavorato come ingegnere fino al 1990, ha deciso di intraprendere una carriera da imprenditore, operando in particolare nel settore dell’alluminio, dei macchinari e in ambito finanziario. Vekselberg è presidente della direzione del gruppo Renova.

Lo «Swiss Economic Forum» (Sef), che si svolge a Thun (cantone di Berna) si rivolge principalmente ai dirigenti delle piccole e medie imprese. Organizzato per la prima volta nel 1999, riunisce circa 1’200 partecipanti.

Tra gli ospiti dell’edizione 2008, oltre a Vekselberg, figurano l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani e il CEO di Novartis Daniel Vasella.

Nel suo intervento, la ministra svizzera dell’economia Doris Leuthard ha invitato le imprese elvetiche ad aprirsi al mondo e a non adagiarsi sugli allori. Un’economia come quella svizzera – che guadagna un franco su due all’estero – non può isolarsi e voltare le spalle al mondo, ha affermato la consigliera federale.

La ministra ha aggiunto che non bisogna però lasciarsi guidare unicamente dalla «temperatura dei mercati»: la penuria di risorse quali petrolio, cibo e acqua sono sfide fondamentali da affrontare anche sul piano politico.

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