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In Ticino passa la tassa sui posteggi

Con una maggioranza risicata del 50,7%, il popolo ticinese ha detto sì alla proposta del governo di introdurre una tassa sui parcheggi in 194 aziende e centri commerciali. Obiettivo: arginare traffico, colonne e inquinamento. In futuro, anche i frontalieri saranno probabilmente chiamati a contribuire. La misura – che porterà nelle casse cantonali 18 milioni all’anno – divide la stampa ticinese.

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Per il Corriere del Ticino, che parla di “una vittoria del consigliere di Stato Claudio Zali [ministro cantonale della Lega dei ticinesi, ndr]”, gli effetti della cosiddetta tassa di collegamento non sono per nulla scontati. Per moltissimi lavoratori non c’è infatti un’alternativa all’automobile, sottolinea il quotidiano, “e chi fa la grande spesa a Grancia non potrà certo farla caricandosi di sacchi, scatoloni e bottiglie sul bus”.

Resta poi da vedere “chi pagherà il nuovo balzello: le aziende, come dice la legge? I dipendenti e i clienti, come molti hanno affermato nella campagna di voto? Sarà comunque un onere supplementare a carico del lavoro (e del commercio, che è anch’esso lavoro)”.

Il Corriere del Ticino vede poi nella scelta dei ticinesi anche la vittoria dei “fautori delle politiche di chiusura”. “La tassa sui posteggi è un piccolo tassello: chiusura alla mobilità individuale, ai frontalieri, ai consumi, al traffico. C’è da sperare che l’impatto sulla tenuta delle aziende e sui posti di lavoro non sia pesante”.

L’editorialista de La Regione Ticino parla invece di una vittoria del “senso civico di chi considera il proprio impegno finanziario (piccolo o grande, poco importa) come contributo essenziale alla crescita equilibrata e vivibile della comunità d’appartenenza. Perché questo vuol dire pagare le tasse o le imposte, e non altro. Senza paletti ideologici, senza pregiudizi, senza forzature; si discuta sul quantum, ma non sul principio. Altrimenti è il caos. La maggioranza dei cittadini l’ha capito”.

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