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Corsi di laurea eurocompatibile dal prossimo autunno all’USI

Veduta parziale della facciata principale dell'Università della Svizzera Italiana Keystone Archive

La riforma universitaria italiana che entrerà in vigore da questo autunno prevede il "3 più 2": tre anni di corso per la laurea di primo livello, qualifica che permetterà già l'accesso nel mondo del lavoro e il biennio di specializzazione per ottenere il diploma superiore. E sarà questo il sistema che adotterà anche l'Università della Svizzera italiana (USI).

La novità verrà introdotta in Ticino a partire dal prossimo anno accademico. Dopo il ciclo triennale si otterrà il Bachelor, titolo che consentirà di intraprendere un’attività professionale, oppure di proseguire gli studi per conseguire il Master. Il cambiamento riguarderà soprattutto gli studenti iscritti alle facoltà di Scienze della comunicazione e di Economia di Lugano, mentre l’Accademia di architettura di Mendrisio si è già adeguata a questo nuovo schema, riconosciuto ormai internazionalmente.

Il vantaggio per tutti sarà quello di ricevere una laurea eurocompatibile e quindi utilizzabile sul mercato del lavoro di tutti i Paesi dell’Unione europea. Un altro importante passo avanti verso riconoscimento dei titoli di studio, in parte già garantito grazie ad accordi particolari tra l’USI e alcuni atenei lombardi. Inoltre, sempre sull’esempio italiano, si applicherà pure il cosiddetto “sistema dei crediti” per cui la valutazione degli studenti da parte dei docenti si baserà più sull’andamento globale durante l’anno, che non sui risultati dei singoli esami.

L’uniformazione dei cicli di studio contribuirà indubbiamente a potenziare i rapporti economici e culturali con l’Italia e, soprattutto per la vicinanza geografica, con la Lombardia, che è una delle aree più ricche e produttive dell’Europa comunitaria. Un passaggio fondamentale anche in vista dell’entrata in vigore dei trattati bilaterali tra Svizzera ed Unione europea che, in Ticino, comporteranno un’intensificazione degli scambi in ogni settore con il Nord Italia.

Proprio sulla spinta di questa maggiore integrazione, nei mesi scorsi l’Usi aveva sottoscritto intese con alcuni prestigiosi atenei milanesi come la Bocconi, l’Università Cattolica, il Politecnico e con l’Università di Pavia. Accordi che riconoscono, in alcuni casi, la possibilità di frequentare corsi sia in Lombardia che in Ticino e che puntano anche a rafforzare la collaborazione didattica e la ricerca accademica in tutta l’area insubrica.

A beneficiare di questa riforma saranno pure gli studenti italiani, quasi il 30 per cento degli iscritti che, attualmente, frequentano l’Usi. Al termine degli studi potranno, difatti, sfruttare immediatamente il diploma di laurea in patria.

Libero D’Agostino

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