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Genitori e allievi in piazza a Berna contro i tagli alle spese per l’insegnamento

I tagli nell'insegnamento non permettono più di svolgere attività opzionali come l'insegnamento in un laboratorio Keystone

Tanti colori e tanto rumore, giovedì pomeriggio a Berna, davanti all'austero Rathaus, sede del Granconsiglio cantonale. In piazza almeno 2000 tra scolari e genitori, preoccupati per le conseguenze nefaste sull'insegnamento delle misure di risparmio.

La manifestazione, la prima del genere a Berna, è stata organizzata dai Consigli dei genitori, un organo presente in ciascuna scuola della città, che serve da intemediario tra le autorità scolastiche e i genitori. Da notare che tutti i presidenti dei Consigli dei genitori nei 18 circondari scolastici della città hanno appoggiato la manifestazione, che si è svolta nella calma.

Sugli striscioni di allievi e genitori si potevano leggere le preoccupazioni principali dei manifestanti: aumento del numero degli scolari per classe, soppressione di offerte supplementari come la logopedia o i corsi di integrazione per gli stranieri. I genitori, è stato detto sulla piazza, difendono la qualità dell’insegnamento e sono convinti che i risparmi di oggi costeranno molto cari in futuro.

Alla vicepresidente del Granconsiglio bernese Barbara Egger è stata consegnata una petizione firmata da 13.000 allievi e genitori, che si dicono toccati e inquieti per le misure di risparmio.

Gli insegnanti non hanno partecipato alla manifestazione, perché avevano l’obbligo di restare nelle classi e rispettare il normale programma d’insegnamento. Vedono però di buon occhio la mobilitazione dei genitori e si sono loro stessi mossi, qualche mese fa, con azioni di sensibilizzazione e di protesta, senza tuttavia decidere di scioperare.

Il Cantone di Berna è attualmente oberato da un deficit cumulato di cinque miliardi di franchi e sta cercando di risparmiare, oltre che in quello scolastico, anche in numerosi altri settori, come la sanità e l’amministrazione pubblica.

Mariano Masserini

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