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Rivalorizzare gli insegnanti per frenarne l’emorragia

Per frenare l'emorragia di insegnanti verso il settore privato, la Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione ha deciso di rendere più attrattiva la professione Keystone

La Conferenza dei direttori cantonali dell'istruzione pubblica (CDIP) riconosce che in Svizzera mancano insegnanti. Ma la situazione non è ancora catastrofica. La CDPE propone una serie di misure per rivalorizzare la professione. L'annuncio lunedì a Berna.

«Bisogna agire anche se la situazione non è ancora grave», ha detto Ulrich Stöckling, presidente della CDPE. Dall’inizio della ripresa economica, le imprese hanno reclutato numerosi insegnanti. Un’evoluzione che è si bruscamente intensificata circa un anno fa.

La professione è inoltre cambiata. I docenti che lavorano a tempo parziale sono sempre più numerosi, spiega Hans Ambühl, segretario generale della Conferenza. Le carriere sono anche più corte, in particolare nella scuola primaria dove la proporzione di
donne è più forte.

In generale non si può parlare di un esodo di docenti dalla scuola al privato, puntualizza la CDPE. Ma a partire dall’anno prossimo affioreranno difficoltà di reclutamento per il livello secondario inferiore un po’ in tutta la Svizzera nordalpina. Nelle medie superiori mancheranno invece professori per alcune materie particolari come le scienze naturali.

Per quanto riguarda la scuola elementare vi è una situazione d’equilibrio tra domanda e offerta in Romandia, mentre nella Svizzera tedesca si registra un leggero deficit. Da notare infine che, stando ad un’inchiesta realizzata dall’ats nel mese di aprile, il problema della carenza di docenti non concerne il Ticino: vi è solo qualche problema a trovare candidati per l’insegnamento del tedesco.

Per attirare nuovi docenti, la CDPE propone di lanciare una campagna nazionale che avrà come obiettivo di migliorare l’immagine della professione agli occhi dei giovani, ha precisato Stöckling. Non sono però ancora noti i contenuti precisi e i mezzi finanziari
destinati a questa iniziativa. I dettagli saranno definiti da un gruppo di lavoro formato da rappresentanti dei direttori della pubblica istruzione e delle associazioni degli insegnanti. Le conclusioni saranno presentate alla fine dell’anno.

La CDPE vuole inoltre migliorare la formazione e le possibilità di carriera del docente. Propone in particolare di combinare meglio insegnamento teorico ed esperienza pratica. I direttori cantonali invitano inoltre a migliorare gli strumenti statistici che permettano di anticipare la domanda di docenti. L’Ufficio federale di statistica sta attualmente elaborando un modello in questo senso.

Nell’insieme i sindacati degli insegnanti hanno accolto positivamente le proposte della Conferenza. Da più parti viene però chiesto che la scuola sia riconosciuta come uno dei pilastri della società e che goda di maggior sostegno dal mondo politico. L’Associazione mantello delle insegnanti e degli insegnanti svizzeri chiede inoltre un miglioramento delle condizioni di lavoro, per esempio riducendo il numero di allievi per classi e aumentando i salari. Sabato i delegati si riuniranno ad Aarau per proporre soluzioni concrete al problema.

Unica voce fuori dal coro è il Sindacato svizzero dei servizi pubblici (SSP/VPOD), contrario ad una campagna nazionale. Il denaro sarebbe meglio investito nella riduzione dei compiti affidati ai maestri, nella soppressione delle pastoie amministrative, nonché nel rafforzamento della formazione continua e della mobilità degli insegnanti.

swissinfo e agenzie

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