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Sistema universitario svizzero verso il modello americano?

Riforma in vista per le università svizzere Keystone

Dopo la firma nel 1999 da parte di 32 stati, tra cui la Svizzera, della cosiddetta «Dichiarazione di Bologna», volta ad armonizzare lo studio universitario a livello europeo, la Conferenza dei rettori delle università svizzere (CRUS) ha organizzato mercoledì a Berna un forum per illustrare le grandi linee del progetto e quanto è stato fatto finora in questo campo nella Confederazione.

La Svizzera, ha detto il direttore dell’Uffico federale dell’educazione e della scienza Gerhard Schuwey di fronte a funzionari e rappresentanti del mondo universitario, partecipa attivamente a questo processo di armonizzazione continentale.

Il modello cui si ispira la riforma ricalca quello americano: i primi tre anni di università servirebbero ad ottenere il «bachelor» e i due anni successivi a conseguire il «master». Sarebbe poi ancora possibile conseguire un dottorato. L’armonizzazione non è fine a se stessa: essa dovrebbe permettere agli studenti di seguire una formazione in più paesi e di avere quindi accesso a diversi mercati del lavoro.

Il sistema a due livelli sarà completato con misure di accompagnamento. È prevista infatti l’introduzione di un sistema di punti (ECTS) che terrà conto delle prestazioni degli allievi, nonché l’ideazione di meccanismi comuni che garantiscano la qualità dell’insegnamento. I neodiplomati riceveranno un documento che fornirà al futuro datore di lavoro una visione chiara del curriculum di studi seguito. La riforma riguarderà anche le scuole universitarie professionali.

L’introduzione a livello europeo del curriculum unico non sarà una passeggiata. Bisognerà aspettare fino al 2010 per vedere i primo risultati concreti. Al momento non esiste ancora un modello europeo per quanto attiene allo studio universitario. Ciò vale anche per il sistema di punti ECTS, ha dichiarato all’ats il rettore dell’Università di Zurigo Hans Weder: esso dovrà tener conto delle note ottenute agli esami o solo della presenza a determinate lezioni?

All’incontro di Berna non sono mancati appunti critici. I docenti zurighesi temono che l’introduzione del «bachelor» faccia scadere il livello degli studi liceali. Programmi e contenuti rischiano infatti di venire assorbiti nel nuovo curriculum di studi universitari. Hans Weder non crede a questa eventualità. A suo parere, la maturità manterrà il suo carattere generale attuale mentre il «bachelor» avrà tutte le caratteristiche dell’insegnamento universitario. Il «bachelor» sarà il coronamento di uno studio scientifico di base.

Ad ogni modo, è stato ribadito durante il forum, la fisionomia delle scuole universitarie subirà una profonda trasformazione. A livello svizzero qualcosa si sta muovendo. Il forum ha offerto la possibilità di presentare quanto si sta facendo in alcuni atenei svizzeri: il modello «bolognese» è sperimentato dall’USI ticinese, dall’università di San Gallo e da singole facoltà del Politecnico di Zurigo, dell’Uni di Basilea e di Lucerna

Nel capoluogo emiliano si era affermata la volontà di costruire un’Europa più completa, che desse maggiore spazio alla dimensione intellettuale, culturale, scientifica e tecnologica. Un’idea di fondo in cui gli atenei svolgono un ruolo di primo piano: l’obiettivo è di favorire l’armonizzazione degli studi e la concorrenza tra le università.

swissinfo e agenzie

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