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Studenti basilesi testano l’uniforme a scuola

Gli allievi basilesi possono scegliere fra quattordici capi d'abbigliamento dal look moderno Keystone

Mentre in Svizzera il tema del ritorno dell'uniforme a scuola suscita reazioni contrastanti, per i prossimi sei mesi gli allievi di due classi di Basilea si recheranno in aula indossando una tenuta.

I promotori di questo progetto pilota intendono valutare fino a che punto un’uniforme possa migliorare l’atmosfera in classe e ridurre la cifra che i giovani spendono per i vestiti.

Da martedì, una quarantina di studenti (di età compresa tra i 14 e i 15 anni della scuola professionale Leonhard di Basilea possono scegliere tra quattordici capi di colore beige, verde oliva o jeans. La linea, dal look attuale, è stata disegnata da una stilista locale.

«Si tratta di una tenuta scolastica e non di un’uniforme», hanno precisato i responsabili della scuola basilese.

Il progetto pilota di sei mesi – unico in Svizzera – intende determinare se l’introduzione di un vestiario comune può migliorare l’ambiente in classe ed evitare che i giovani spendano troppo per comperare costosi indumenti di marca.

Secondo l’Ufficio di consulenza in materia di indebitamento e di gestione «Plusminus», promotori del progetto in collaborazione con le autorità scolastiche, l’introduzione dell’uniforme consentirebbe alle famiglie di diminuire del 30% le spese per i vestiti.

Pareri contrastanti

«Le opinioni in merito all’uniforme a scuola sono chiaramente divise», ha affermato Alexander Grob, professore all’Università di Basilea, responsabile della valutazione psicologica del test.

Gli oppositori criticano la violazione della sfera privata e l’impossibilità per i giovani di esprimere la loro personalità. Coloro che vorrebbero reintrodurre l’uniforme a scuola, tra cui Alexander Grob, stimano invece che gli allievi in tenuta consacrino meno tempo, soldi ed energie a questioni di apparenza.

«Crediamo che una restrizione del vestiario consentirà anche agli adolescenti di prestare maggiore attenzione alle qualità umane delle persone», ha osservato Grob.

Maggiore concentrazione con l’uniforme

Il costo della tenuta (730 franchi) è coperto in gran parte da sponsor. Le famiglie sono chiamate a partecipare con 100 franchi.

Il progetto della scuola Leonhard dovrebbe consentire di verificare l’ipotesi secondo cui il fatto di non doversi più preoccupare del look favorisce una maggiore concentrazione in classe.

La fine della concorrenza in materia di vestiti dovrebbe inoltre migliorare il sentimento di gruppo in aula, oltre ad alleggerire il budget delle famiglie. I promotori dell’esperimento stimano inoltre che la tenuta faciliterà l’integrazione degli stranieri.

Durante un progetto simile condotto per due anni nella città tedesca di Amburgo (dove l’obbligo di uniformità era però limitato al pullover), gli adolescenti hanno constatato miglioramenti nel loro lavoro, nel clima sociale, nell’attenzione dei professori e nel sentimento di sicurezza a scuola.

Scetticismo in Svizzera

I responsabili del progetto sperano che in futuro indossare un’uniforme diventi obbligatorio in tutto il cantone di Basilea Città a partire dalla scuola d’infanzia. Sarà ad ogni modo prima necessaria una revisione legislativa.

Nel resto della Svizzera prevale invece lo scetticismo. A Lucerna ad esempio, il parlamento ha rifiutato all’inizio dell’anno una mozione dell’Unione democratica di centro (destra nazionalista) che chiedeva la reintroduzione, a titolo di prova, dell’uniforme scolastica.

I governi cantonali di Zurigo e Soletta si sono anch’essi pronunciati contro l’uniforme.

A Ginevra e Losanna, due mozioni depositate qualche mese fa hanno invitato gli esecutivi a chinarsi sull’argomento.

swissinfo e agenzie

In materia di abbigliamento, gli studenti subiscono una doppia pressione: psicologica e finanziaria.

Secondo lo psicologo Rolf Leemann, professore alla Scuola superiore di pedagogia di Berna, l’uniforme potrebbe sicuramente alleggerire questa doppia pressione sugli allievi.

«Un’uniforme rimane tuttavia un’uniforme e conduce all’anonimato. I vestiti sono infatti un’importante espressione della personalità», osserva Leemann.

Il professore non crede che l’uniforme sia l’unica soluzione. Sarebbe invece meglio fissare delle regole quadro di vestiario, all’interno delle quali gli studenti godrebbero di una certa libertà.

Rolf Leemann stima che ogni scuola debba poter fissare le proprie regole. Se le direttive provenissero dall’alto o se fossero imposte a livello cantonale, spiega il professore, il sistema non funzionerebbe.

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