The Swiss voice in the world since 1935
In primo piano
Democrazia diretta in Svizzera

Eva Braun e Claretta Petacci, due donne, stesso destino

(Keystone-ATS) Diciannove giorni separano l’una dall’altra, ma il mese è lo stesso e soprattutto l’anno: il 1912. Un secolo fa, nascevano infatti Eva Braun (il 9 febbraio) e Claretta Petacci (il 28), donne-compagne di due tra i peggiori despoti del Novecento: Adolf Hitler e Benito Mussolini. O meglio, Alfi e Ben, come li chiamavano nell’intimità.

Donne – va detto subito, e a puro titolo di cronaca – che sono rimaste fino alla fine accanto ai loro uomini. Su entrambe sono state scritti decine e decine di libri, non ultimo quello di Diane Ducret ‘Le donne dei dittatori’. Di Claretta – vero nome Clarice – Mondadori-Electa ha recentemente pubblicato tutte le lettere inviatele dal Duce durante i seicento giorni della Repubblica di Salò. ‘A Clara.’

Uno smartphone mostra l’app SWIplus con le notizie per gli svizzeri all’estero. Accanto, un banner rosso con il testo: ‘Rimani connesso con la Svizzera’ e un invito a scaricare l’app.

In tutte le analisi- anche le più raffinate – il mistero di un’attrazione tanto tragica resta irrisolto: la razionalità non spiega – e non potrebbe altrimenti- il percorso di due vite abbastanza parallele. Per entrambe, il sacrificio supremo – la morte – appare la conseguenza scontata di un rapporto che prescinde dal ‘contestò nel quale è svolta la storia d’amore. Del resto, Ducret spiega bene che uno degli ingredienti del successo politico dei grandi dittatori è proprio il fascino esercitato sulle donne. E vale sia per il quasi ascetico e misogino Adolf Hitler che per l’impenitente Casanova Benito Mussolini: entrambi si limitano a “subire” questo richiamo profondo, visto che di fronte a loro ci sono due donne estremamente determinate.

Sia Eva Braun – che diventa la signora Hitler il 29 aprile 1945 – sia Claretta Petacci – che non sposerà mai il suo Ben, regolarmente accasato con Rachele Guidi – non sono semplici amanti. Nella loro rincorsa ad Alfi e Ben c’è una volontà di ferro: la piccola Eva nel 1932, a 20 anni, inscena il finto suicidio che le consegnerà per sempre il cuore di Hitler, più anziano di lei di 23 anni, quindi 43enne. Nello stesso anno, ad aprile, Claretta compie il suo fatale incontro sulla rotonda di Ostia, dopo un inseguimento in decappottabile, con il Duce, che allora ha 49 anni, 29 più di lei. Più che compie si dovrebbe dire corona, visto che la giovane figlia di uno dei medici del papa non solo fin da bambina ha in mente lui, ma ad Ostia è in compagnia del suo fidanzato coetaneo e futuro marito. Un dettaglio che non le impedirà certo di compiere la sua scelta. Da quell’anno non ci sarà pausa: la prima – la tonda e burrosa tedesca, che ha capito come “lavorare” sul complesso di colpa del Fuhrer, scosso dal suicido, questo sì riuscito, della nipote Geli Raubal, sua grande infatuazione – scalerà inesorabilmente il cuore e il potere del supremo capo del Reich. A lui imporrà i suoi cani scottish terrier Negus e Stasi che il Fuhrer non ama, i suoi tantissimi vestiti frivoli e in parte italiani, le vacanze al Berghof – la tana di Hitler – persino il fumo e il bere che l’ipocondriaco despota detesta.

La seconda, magra ed elegante, sbaraglia di un colpo tutte le “altre” del capo del fascismo. Non evita certo i tradimenti, ma resta sempre di più salda nel cuore del Duce. Ad entrambe i signori di Italia e Germania danno appoggio e benessere, anche indiretto: Claretta di trasferirà, con la famiglia, a Villa Camilluccia, splendida residenza a Roma Nord, il cui indirizzo sarà presto subissato di petizioni e richieste di favori. Eva avrà in dono da Hitler una villetta alla periferia di Monaco, anonima ma dotata di un bunker contro possibili incursioni della guerra mondiale che si avvicina; e tutto il resto.

Le donne del “capo” restano tuttavia accuratamente al riparo di ciò che i loro uomini vivono sul palcoscenico della Storia: a dire il vero più la seconda che la prima. Una sorta di ‘campana di vetrò nei confronti di un mondo costellato di vittime, che rotola veloce verso l’abisso. Il fato di Claretta sarà il 28 aprile del 1945 a Giulino di Mezzagra, sul Lago di Como, dove è giustiziata accanto al suo Ben, nonostante non ci sia alcuna condanna nei suoi confronti, se non quella della Storia. Poi lo scempio di Piazzale Loreto. La seconda, detta Effie, fresca Frau Hitler, il 30 aprile a Berlino nel bunker della Cancelleria mastica una compressa di acido prussico insieme al suo Alfie che completa l’opera con un colpo di pistola in bocca. La troveranno – dice Ducret – accasciata sul divano, gli occhi chiusi, sul volto “nessuna impressione di paura o tristezza”

Articoli più popolari

I più discussi

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR