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Ferrovie: Berna vuol far pressione su Roma

I ritardi causano importanti perdite finanziarie alle Ferrovie federali Keystone Archive

Troppo spesso i treni merci provenienti dal nord e diretti in Italia rimangono bloccati in Ticino da uno a tre giorni in attesa del nullaosta delle Ferrovie di Stato italiane per proseguire il viaggio nella Penisola. Per risolvere il problema, le Ferrovie federali svizzere hanno chiesto al ministro dei trasporti Moritz Leuenberger d'intervenire presso l'omologo italiano Pierluigi Bersani.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 marzo 2001 minuti

Pubblicata giovedì dal «Tages-Anzeiger», la notizia è stata confermata all'ats dal portavoce delle Ferrovie federali (FFS, Jean-Louis Scherz. Anche al nord talvolta succede che i convogli rimangano bloccati per qualche problema, ma si tratta di eccezioni. Con l'Italia è invece diventata quasi la regola, ha spiegato Scherz. Le relazioni a livello di direzione delle ferrovie dei due Stati sono buone. Le difficoltà sono di tipo operativo, ha precisato il portavoce.

Le infrastrutture non sono ancora state completamente ammodernate, talvolta le capacità sono insufficienti e soprattutto la «cultura aziendale» è diversa da quella elvetica. I vincoli sindacali sono molto forti. Ad esempio, in ogni convoglio vi devono essere due macchinisti, mentre in Svizzera ce n'è uno solo. La condizione in sé «non ci disturba, purché quando è necessario, i due macchinisti ci siano veramente», ha puntualizzato Scherz. Succede invece che convogli, che per arrivare a destinazione in Lombardia o in Piemonte debbano semplicemente cambiare la locomotiva a Chiasso o a Luino, registrano ritardi per mancanza di macchinisti.

Le FFS subiscono così pesanti perdite finanziarie: si devono infatti accollare costi supplementari di manovra, di stazionamento, e anche di trasporto, poiché non tutti i treni in attesa del lasciapassare italiano possono rimanere fermi alla dogana di Chiasso. D'altro canto devono far fronte alle rimostranze della clientela, che rischiano di perdere. A causa di tali disagi, le FFS hanno recentemente perso un grosso cliente, la Swiss Steel (ex Von Moos), che ha deciso di trasferire i trasporti di acciaio a destinazione del nord Italia dai binari alla strada.

Il gruppo siderurgico lucernese continua invece ad utilizzare la ferrovia per i trasporti a destinazione dei paesi del nord. Per risolvere il problema le FFS vorrebbero prendere in mano il lato operativo in territorio italiano nella fascia a nord di Milano. In tal modo potrebbero organizzare i trasporti fino a stazioni merci importanti come ad esempio a quelle di Molteno e Busto, assicurando le forniture nei tempi di consegna prestabiliti. La richiesta verrà trasmessa a Roma da Leuenberger, che esprimerà il malcontento di Berna di fronte a una situazione che annienta gli sforzi elvetici di trasferire il trasporto merci dalle strade alle rotaie.

swissinfo e agenzie

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