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Biasimo all’UBS per il caso Abacha

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L'UBS non ha rispettato le regole di diligenza: su un conto erano stati trovati 60 milioni di dollari provenienti dalla famiglia dell'ex-dittatore nigeriano..

L’UBS è venuta meno ai propri doveri di diligenza: a tale conclusione è giunta la Commissione federale della banche (CFB) in seguito ad un’inchiesta avviata nel febbraio scorso, dopo la scoperta di un conto bancario sul quale erano stati depositati 60 milioni di dollari (circa 90 milioni di franchi) appartenenti alla famiglia del defunto dittatore nigeriano.

Il conto in questione venne aperto nel 1996 da un cittadino britannico che agiva a nome di una società, i cui aventi diritto economici erano due suoi partner d’affari nigeriani.

Secondo la CFB, al momento dell’apertura del conto l’UBS si era fidata ciecamente del proprio cliente britannico, il quale aveva escluso legami politici dei partner africani. La banca – sostiene la CFB – non sapeva quindi chi erano veramente gli aventi diritto di tali somme, né conosceva la reale attività economica esercitata dai due.

Nel 1994, l’UBS aveva deciso di non intrattenere alcuna relazione d’affari con Abacha, allo scopo di non rovinarsi la reputazione. Tra il 1999 e il 2001, l’UBS aveva intrapreso ricerche interne alla caccia di possibili conti riconducibili all’entourage del dittatore, tuttavia senza esito alcuno.

Meccanismi di controllo rafforzati

Soltanto nel febbraio del 2002, sospettando che vi fossero legami con la famiglia Abacha, la banca aveva ordinato il congelamento del conto. Contemporanemente, l’istituto di credito aveva avvisato la CFB e l’Autorità di controllo per la lotta contro il riciclaggio.

Tale insuccesso, specifica la CFB, si può spiegare col fatto che la banca non conosceva tutti i nomi delle persone che ruotavano attorno ad Abacha. Inoltre, molti nominativi non si trovavano in una banca dati elettronica ma solo su carta, ciò che aveva complicato le ricerche.

Solo al quarto tentativo, quindi, l’UBS è riuscita a dipanare la matassa e a mettere le mani sui 60 milioni incriminati. La CFB riconosce che da quando è venuto alla luce tale conto l’istituto di credito ha potenziato i meccanismi interni di controllo e le regole di condotta.

Quale misura preventiva, la CFB ha comunque deciso di controllare nel 2003, assieme alla società di revisione Ernst & Young, il funzionamento delle disposizioni interne della banca.

Conti di Abacha su altre 6 banche

L’UBS non è l’unica banca finita nel mirino della CFB per il caso Abacha: nel settembre del 2001, sulle 19 banche investigate perché sospettate di albergare denaro dell’ex dittatore nigeriano, sei erano state pubblicamente rimproverate.

Si tratta del Credit Suisse, la Bank Hoffmann, la banca Leu, il Crédit Agricole Indosuez (Svizzera), l’Union Bancaire Privée e la M.M. Warburg Bank (Svizzera). Gli averi ricondicibili all’ex-uomo forte africano ammontavano a 660 milioni di dollari.

swissinfo e agenzie

Restituzione dei fondi alla Nigeria

Buona parte del tesoro del clan Abacha depositato in Svizzera e frutto di anni di saccheggi ai danni dell’erario nigeriano ritornerà in patria: dei 660 milioni di dollari bloccati su conti aperti in banche elvetiche, 115 sono stati liberati mentre il rimanente verrà versato entro la fine dell’anno alle casse dello stato attraverso la Banca dei regolamenti internazionali di Basilea.

L’intesa è stata trovata in aprile tra il governo nigeriano e le persone sotto accusa per aver stornato parte dei fondi pubblici. Globalmente, alla Nigeria dovrebbe essere ridato un miliardo di dollari. Stando a informazioni della stessa Nigeria, dal 1993 al 1998 l’organizzazione criminale guidata dall’ex-dittatore del paese Sani Abacha avrebbe infatti deviato denaro su banche estere per 2,2 miliardi di dollari.

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