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Gli utili della BNS devono andare a beneficio di tutti

La deputata ecologista Ruth Genner ha presentato gli argomenti favorevoli all'iniziativa COSA Keystone

Secondo i sostenitori dell'iniziativa, impiegare parte degli utili della Banca nazionale svizzera per finanziare l'Assicurazione vecchiaia e superstiti è l'unica via per garantire a tutti pensioni adeguate.

L’iniziativa non metterebbe inoltre in pericolo l’indipendenza dell’istituto centrale elvetico.

L’iniziativa “Utili della Banca nazionale per l’AVS”, in votazione federale il 24 settembre prossimo, è l’unica risposta adeguata all’invecchiamento della popolazione.

Lo ha ribadito giovedì il “Comitato interpartitico per la sicurezza dell’AVS (COSA)” – composto da socialisti, ecologisti, evangelici e sostenuto anche dall’Unione sindacale svizzera – che ha presentato a Berna i suoi argomenti in favore della proposta di modifica costituzionale.

Lanciata nel 2001, l’iniziativa chiede che in futuro gli utili della Banca nazionale (BNS) siano destinati all’AVS. Una quota annua di un miliardo di franchi resterebbe invece riservata ai cantoni.

Gli utili appartengono alla popolazione

Per i promotori, l’iniziativa procura al primo pilastro risorse supplementari indispensabili, evitando per i prossimi dieci anni di procedere a un aumento dell’Imposta sul valore aggiunto (IVA).

Le nuove entrate finanziarie permetterebbero inoltre di allontanare l’eventualità di un innalzamento dell’età di pensionamento a 67 anni, come già ventilato da esponenti di destra nell’ambito dei progetti di risanamento dell’AVS.

Ricordando che ben presto smetteranno di lavorare le persone nate nel periodo del “baby boom” (inizio anni Cinquanta), il Comitato interpartitico sostiene che l’iniziativa consente di evitare una riduzione delle rendite delle persone già in pensione. Le persone attive non vedranno invece i loro contributi aumentare e i giovani avranno, a tempo debito, una rendita adeguata.

Il Comitato sottolinea che la BNS appartiene alla popolazione e che, di conseguenza, i suoi utili fanno parte del patrimonio nazionale, di cui tutti devono poterne beneficiare.

Indipendenza della BNS rispettata

La consigliera nazionale del Partito socialista Marlyse Dormont ha respinto la teoria degli avversari, secondo cui, a lunga scadenza, la BNS sarà in grado di versare soltanto il miliardo di franchi riservato ai cantoni, tanto che per l’AVS non resterà più un soldo.

La deputata vodese ha ricordato che già da quasi un decennio l’utile della Banca centrale ha regolarmente superato i 3 miliardi all’anno. “La direzione della BNS deve veramente agire in modo dilettantesco – ha esclamato – per conseguire a malapena un utile di un miliardo”.

Il Comitato interpartitico non vuole nemmeno saperne dell’eventuale pressione esercitata dall’AVS sull’istituto di emissione in caso di accettazione dell’iniziativa. La Banca nazionale – ha affermato Colette Nova, segretaria dell’Unione sindacale svizzera – resterà assolutamente indipendente, grazie anche alla “pressione politica esercitata dai 26 ministri cantonali delle finanze”.

Il consigliere nazionale del Partito evangelico Ruedi Aeschbacher ha invece respinto le critiche avanzate dai cantoni, che temono di perdere una parte delle loro entrate provenienti dalla BNS. “I cantoni sono veramente
gli ultimi a doversi lamentare”, ha affermato il deputato zurighese, sottolineando che essi si sono già spartiti quest’anno i 14 miliardi di franchi ricavati dalla vendita delle riserve eccedentarie della BNS.

Avvertimenti di Merz e Roth

Alla fine di maggio, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz aveva invece sostenuto che l’iniziativa COSA “offre solo vane promesse all’AVS e creerà nuovi problemi per la Banca nazionale”.

Secondo Merz, le proposte sostenute dalla sinistra e dai sindacati non fanno che rinviare di qualche anno le riforme necessarie per risanare l’AVS.

Da parte sua, il presidente della Banca nazionale Jean-Pierre Roth si era scagliato contro l’iniziativa, affermando che il suo istituto non può servire contemporaneamente due padroni, ossia la politica finanziaria e quella sociale. Roth ha inoltre avvertito che gli utili della BNS potrebbero risultare nei prossimi anni inferiori alle aspettative dei promotori dell’iniziativa.

swissinfo e agenzie

Nei primi sei mesi del 2006, la BNS ha registrato un utile di 1,96 miliardi di franchi.
Il risultato è inferiore del 72,4% rispetto allo stesso periodo del 2005.
Nel 2005 l’utile complessivo era ammontato a 12,8 miliardi, mentre nel 2004 a 400 milioni.

L’iniziativa COSA – dall’acronimo del Comitato per la Sicurezza dell’AVS – prevede di assegnare all’Assicurazione vecchiaia e superstiti gli utili della Banca nazionale svizzera (BNS), dopo deduzione di un miliardo destinato ai cantoni.

Attualmente invece, vige la regola della ripartizione degli utili per 1/3 alla Confederazione e 2/3 ai cantoni.

L’AVS è un’assicurazione di base che garantisce un minimo vitale ai pensionati (da 65 anni per gli uomini, da 64 per le donne), agli orfani, ai vedovi e alle vedove.

Questa assicurazione obbligatoria è finanziata nella misura dell’80% dai contributi versati dai salariati e dai datori di lavoro. Il resto proviene dalla Confederazione e dai cantoni.

Si calcola che nel 2015 l’AVS dovrà far fronte ad un disavanzo di 11-14 miliardi di franchi. Nel 2020, il 20% della popolazione avrà raggiunto o oltrepassato i 65 anni. Questa percentuale salirà al 25% nel 2040.

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