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I contadini si sentono sempre più poveri

Il brunch in fattoria è per alcuni contadini un modo per incrementare il proprio reddito Keystone

Secondo l'Unione svizzera dei contadini un'azienda agricola su due è in pericolo e rischia di non sopravvivere. Il reddito cala.

L’Ufficio federale dell’agricoltura relativizza lo studio, soprattutto per quanto riguarda il reddito dei contadini, difficile da paragonare a quello di altre professioni.

Secondo l’Unione svizzera contadini (USC) un’azienda agricola su due in Svizzera ha un’esistenza precaria e circa un quarto delle famiglie contadine non riesce a vivere unicamente con i ricavi dell’agricoltura. Lo dice il rapporto annuale 2006 dell’USC, presentato giovedì a Walperwil, nel cantone di Berna.

Per arrestare il declino del settore, l’USC chiede più mezzi finanziari e maggiore sostegno da parte della politica e della popolazione. Il 25 % delle famiglie contadine può essere classificata nella categoria dei “working poor”, sta scritto nel rapporto.

Il vicedirettore dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG), Edward Hofer, relativizza però lo studio dell’USC. È problematico, afferma, paragonare il reddito dei contadini a quello di altre professioni. Anche se il reddito è basso, le aziende agricole hanno generalmente mezzi sufficienti per poter vivere.

Pochi investimenti

Secondo l’USC il reddito dei contadini, dopo il pagamento delle tasse e delle assicurazioni sociali, si situa invece sotto la soglia di povertà ufficiale. In media la percentuale di “working poor” in Svizzera è del 6,7 %, mentre nell’agricoltura si situa a seconda della qualità del raccolto fra il 20 e il 30 %.

Un altro quarto proprietari di aziende agricole, secondo l’USC, guadagna troppo poco per poter investire o per assicurarsi la vecchiaia. Circa la metà delle aziende rischiano quindi di scomparire, e questo senza tener conto degli effetti della Politica agricola 2011, degli accordi di libero scambio e di quelli dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Nel rapporto dell’USC per il 2006 si legge inoltre che il valore della produzione totale nell’agricoltura è sceso del 2,7% per attestarsi a 10 miliardi di franchi. Il valore aggiunto netto è calato nell’anno in rassegna della stessa percentuale per stabilirsi a 2,6 miliardi di franchi.

“Se da tale cifra togliamo il potere d’acquisto – ha detto il direttore dell’USC Daniel Bourgeois – il valore aggiunto netto si è dimezzato rispetto al 1990”. Il reddito da lavoro per ogni membro attivo di una famiglia contadina è sceso nel 2005 da 36 700 a 33 800 franchi.

Costi di carburanti e prodotti chimici

Per Bourgeois è giunto il momento di arrestare la continua erosione dei guadagni, cui corrisponde un incremento dei costi, in particolare per i carburanti e i prodotti chimici. Al di fuori dell’agricoltura, il salario medio nel 2005 si attestava a 67 200 franchi. Per l’USC solo il 9% di tutte le persone impiegate nel settore primario possono vantare simili redditi.

Tenuto conto di queste cifre allarmanti, per il presidente dell’USC e consigliere nazionale Hans-Jörg Walter il settore primario è a una svolta: senza aiuti da parte della popolazione e degli ambienti politici, in pochi anni l’agricoltura rispettosa dell’ambiente e degli animali, diffusa nelle regioni discoste e basata su aziende famigliari, scomparirà.

Per questo, l’USC chiede al Consiglio nazionale di correggere il progetto Politica agricola 2011 e di mettere a disposizione dei contadini maggiori mezzi finanziari. A detta dell’associazione, l’incremento di 150 milioni a 13,65 miliardi concesso dal Consiglio degli Stati (senato) per il periodo 2008-2011 non basta.

L’USC domanda che vengano mantenuti i 14 miliardi proposti dalla stessa organizzazione durante la procedura di consultazione. Nel suo rapporto, l’USC si appella direttamente ai consumatori che possono, mediante acquisti oculati, contribuire alla sopravvivenza delle famiglie contadine.

Da parte loro gli agricoltori intendono continuare a produrre alimenti di qualità e sicuri, e sono disposti ad adattarsi ulteriormente per rispondere alle esigenze dei consumatori.

swissinfo e agenzie

Nel 2005, il settore agricolo impiegava 188’000 persone contro 254’600 quindici anni prima.
Nello stesso lasso di tempo, 30’000 aziende agricole hanno cessato la loro attività.
In quindici anni, la spese della Confederazione per l’agricoltura sono passate da 2.6 miliardi a 3.7 miliardi all’anno.
Nel 2005, il settore primario rappresentava l’1% del prodotto interno lordo.
Il reddito da lavoro per ogni membro attivo di una famiglia contadina è sceso nel 2005 da 36’700 a 33’800 franchi.
Il salario medio per il resto della popolazione era di 67’200 franchi.

Tra il 2004 e il 2007 la Confederazione avrà speso più di 14 miliardi di franchi per l’agricoltura. Nel 1990 questa voce di spese rappresentava l’8.5% delle uscite contro il 7.1% del 2006.

L’elemento centrale della riforma è la riallocazione dei fondi attualmente destinati al sostegno del mercato verso pagamenti diretti non legati alla produzione.

Il governo intende limitare i fondi destinati all’agricoltura a 13.5 miliardi di franchi per il periodo 2008-2011.

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