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Il ricco semestre di Richemont

Il numero due nel mondo per gli articoli di lusso, molto attivo nell'orologeria e basato a Ginevra, ha registrato un utile netto di 645 milioni di euro nel primo semestre (chiuso a fine settembre).

Il fatturato del gruppo ha superato le attese degli analisti, raggiungendo i 2,303 miliardi di euro, in aumento del 16%.

Richemont ha annunciato venerdì un utile netto di 645 milioni di euro (1,025 miliardi di franchi) nel primo semestre dell’esercizio 2006/07, in crescita del 22% rispetto ai primi sei mesi del precedente esercizio.

Il fatturato del gruppo ginevrino di prodotti voluttuari, in particolare orologi e gioielli, ha raggiunto i 2,303 miliardi, un aumento del 16%. Il risultato operativo del semestre, chiuso a fine settembre, è salito del 31% a 436 milioni di euro.

Se non si considera l’apporto della partecipazione in British American Tobacco (BAT), indica Richemont in una nota, l’utile cresce del 37% rispetto a un anno fa, raggiungendo così i 371 milioni di euro. La performance complessiva è superiore alle attese degli analisti.

Nel settore dei gioielli il fatturato è salito del 13%: tutte le marche di Richemont hanno contribuito al buon risultato, in particolare Cartier e Van Cleef & Arpels, il cui sviluppo è stato eccellente.

Orologi, penne e gioielli in argento

Anche la vendita di orologi ha avuto un’evoluzione positiva, mettendo a segno un incremento del 14%. Si sono distinti in particolare gli orologi Panerai, A. Lange & Söhne e Piaget.

Ottimo anche l’andamento nel settore degli articoli per la scrittura che hanno fatto registrare un +24%. Il centenario delle famose penne Montblanc e i prodotti concepiti per questa occasione, si sono rivelati vincenti così come il lancio di una collezione – sempre legata a Montblanc – di gioielli in argento per donna.

Richemont si è detta soddisfatta anche per l’andamento rallegrante della finora “pecora nera” Dunhill e Lancel nel settore della pelletteria e degli accessori. Le perdite di Dunhill si sono infatti più che dimezzate.

Boom cinese

A livello geografico tutte le regioni hanno contribuito alla crescita del giro d’affari. Il fatturato nella regione Asia-Pacifico (inclusa la Cina) ha fatto segnare una progressione del 18%. I ricavi in Cina sono addirittura esplosi: +64%.

Globalmente l’Europa ha contribuito con un +18% nelle vendite. Ottimi affari sono stati realizzati in Gran Bretagna e in Francia. Negli Stati Uniti le vendite sono salite del 17%, in Giappone del 14%: in questo paese la debolezza dello yen ha influenzato negativamente gli affari.

Per l’intero esercizio 2006/07 Richemont si è detta ottimista, anche se è palpabile una certa prudenza. Il Ceo della società Johann Rupert si è detto fiducioso: secondo lui la prestazione del gruppo sarà significativamente superiore a quella dell’anno precedente.

swissinfo e agenzie

Utile netto: 645 milioni di euro (+22%)
Fatturato: 2,303 milioni di euro (+16%)
Vendita di orologi: 597 milioni (+14%)
Fatturato del settore gioielli: 1,17 miliardi (+13%)

La sede principale del gruppo Richemont è a Ginevra. Quotato alla borsa svizzera, è controllato in maggioranza dalla famiglia sudafricana Rupert.

Il gruppo conta marchi come Vacheron Constantin, James Purdey & Sons, Baume & Mercier, Jaeger-LeCoultre, Lange & Söhne, Cartier, Officine Panerai, IWC, Piaget, Lancel, Alfred Dunhill, Van Cleef & Arpels, Montblanc, Montegrappa, Chloé, Shanghai Tang.

Essenzialmente attivo nella gioielleria, l’orologeria e la pelletteria, Richemont detiene il 18,6% di Britisch American Tabacco.

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