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Le opinioni dei due schieramenti

Ecco le opinioni di due parlamentari che hanno affrontato in prima linea il dibattito sull'iniziativa "Utili della Banca nazionale all'AVS".

A sostegno della proposta, diamo la parola alla consigliera nazionale socialista Marlyse Dormond-Béguelin. Quale esponente del no, abbiamo invece interpellato il consigliere agli Stati democristiano Urs Schwaller, uno dei vice-presidenti del comitato contrario.

swissinfo: Iniziamo dagli argomenti dei sostenitori all’iniziativa. Marlyse Dormond-Béguelin, quali sono i vantaggi della vostra proposta?

Marlyse Dormond-Béguelin: L’iniziativa risolve in parte i problemi futuri dell’AVS perché garantisce un finanziamento complementare, solido e di lungo termine, a quelli che già esistono.

Il consigliere federale Pascal Couchepin ha recentemente affermato che esistono tre strade per sostenere l’AVS: aumentare l’età di pensionamento, diminuire le rendite o trovare un finanziamento complementare. Tra queste proposte, ne accettiamo solo una: il finanziamento complementare.

Gli utili della BNS fanno parte del patrimonio nazionale e crediamo che il miglior modo di distribuirli sia di metterli a disposizione di chi ne ha più bisogno tramite l’AVS, il pilastro del sistema sociale svizzero.

Si tratta di un finanziamento a favore di tutte le generazioni. Dei pensionati, perché sostiene le rendite. Delle persone attive, perché garantisce che non aumenteranno i prelievi sui salari. E pure dei giovani, che possono vedere l’avvenire un po’ più roseo.

swissinfo: La parola ora a Urs Schwaller, secondo il quale la proposta dei socialisti è controproducente e dannosa. Ad esempio a causa della riduzione degli introiti per gli enti pubblici.

Urs Schwaller: La BNS appartiene ai cantoni. Oggi i suoi utili sono ripartiti per 2/3 ai cantoni e per 1/3 alla Confederazione. La quota di cui dispongono i cantoni è di circa 1.6 miliardi di franchi all’anno. L’iniziativa vuole ridurre di 600 milioni di franchi all’anno l’importo a loro destinato e azzerare quello che finisce nelle casse della Confederazione.

Se prendo ad esempio il canton Friborgo, dove sono stato capo del Dipartimento delle finanze, gli utili della Banca nazionale ci garantivano delle entrate annuali di circa 100 milioni di franchi. Un importo significativo che ci permetteva importanti investimenti nella formazione, nella salute o nella viabilità.

Per quel che riguarda la Confederazione, il rischio è che le mancate entrate possano sfociare in un nuovo programma di tagli e risparmi. Noi vogliamo invece che la Confederazione possa continuare a disporre di fondi sufficienti per portare avanti le sue politiche.

swissinfo: Gli oppositori al testo si dicono inoltre preoccupati per l’indipendenza dell’istituto di emissione nazionale. Sentiamo ancora Urs Schwaller.

U. S.: Con l’iniziativa si rischia di danneggiare l’indipendenza della BNS senza risolvere i problemi dell’AVS. Questo legame tra la politica sociale e quella monetaria è inquietante.

Si chiede ad esempio alla BNS di generare un utile di almeno un miliardo di franchi all’anno, perché questa cifra viene garantita ai cantoni.

Ciò non potrà che influenzare direttamente la politica monetaria della BNS. Indipendentemente dalla congiuntura, dallo stato delle riserve o dall’andamento dei mercati finanziari, l’istituto dovrà assicurare almeno questo miliardo ai cantoni, che elaboreranno i loro preventivi tenendone conto. La BNS non potrà ridurlo.

swissinfo: L’argomento proprio non convince Marlyse Dormond-Béguelin, secondo la quale l’indipendenza della Banca nazionale continuerà ad essere garantita dalla Costituzione e dalla legge.

M . D.-B.: È un argomento banale. Chi combatte l’iniziativa ritiene che i banchieri della BNS siano seri professionisti, mentre se il popolo accettasse la nostra proposta gli stessi banchieri inizierebbero a lavorare come dei dilettanti. Non è credibile. Non c’è alcuna pressione.

Negli ultimi 15 anni, la Banca nazionale ha ottenuto degli utili medi superiori a 3 miliardi di franchi all’anno. L’iniziativa dice che gli importi ancora disponibili, dopo deduzione di quanto occorre per garantire la stabilità del franco svizzero e del miliardo destinato ai cantoni, finiscano all’AVS invece che alla Confederazione. Non vedo che pressione supplementare ci sia in questo cambiamento. Il beneficiario è un altro, tutto qui.

swissinfo: In prospettiva, l’invecchiamento demografico causerà seri problemi di finanziamento delle assicurazioni sociali. L’iniziativa propone un possibile elemento di soluzione. Se la si rifiuta, Urs Schwaller, quali sono i percorsi alternativi?

U. S.: L’iniziativa non presenta alcuna soluzione seria. Il suo unico effetto sarà di distogliere l’attenzione dai veri problemi che l’AVS dovrà affrontare in futuro.

In sostanza, si diminuirà semplicemente la pressione sul parlamento per riformare il sistema e procedere ad una profonda revisione dell’AVS. Che resta invece assolutamente necessaria.

Il problema economico numero uno della Confederazione riguarda il finanziamento delle assicurazioni sociali. Se togliamo la pressione, nessuno vorrà rendersi impopolare per correggere le prestazioni attuali che, in certi casi, andrebbero invece riviste anche in funzione di ciò che viene fornito dai cantoni, dai comuni e dalle altre assicurazioni.

swissinfo: Marlyse Dormond-Béguelin ritiene al contrario che l’iniziativa potrà dare un contributo importante e frenerà eventuali progetti di riduzione delle prestazioni.

M. D.-B.: Nel caso in cui il popolo rifiutasse la nostra iniziativa, il parlamento applicherà le misure già avanzate dal ministro dall’interno Pascal Couchepin. L’età di pensionamento aumenterà a 65 anni per tutti e, nei prossimi 10 anni, tutte le rendite subiranno una drastica riduzione del 20%.

L’iniziativa permetterà di fornire all’AVS almeno 1.5 miliardi di franchi all’anno. Si tratta di un’ottima risposta all’undicesima revisione dell’AVS preparata dal governo che riprende gli stessi elementi che erano stati seccamente rifiutati dal popolo due anni fa.

swissinfo

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