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Non affrettare le riforme agricole

I contadini sono preoccupati per il loro futuro Keystone

Gli agricoltori elvetici chiedono al governo di rinunciare per il momento ad intraprendere delle discussioni su un accordo di libro scambio agricolo con l'Unione europea.

Per l’Unione svizzera dei contadini occorre infatti attendere il risultato dei negoziati condotti nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Politica agricola 2011, negoziati di Doha dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), accordo di libero scambio con l’Unione europea (UE): sono questi i dossier del governo in ambito di politica agricola.

Troppi, secondo l’Unione svizzera dei contadini (USC): «Le famiglie di contadini non vengono mai lasciate in pace! Da dieci anni sono infatti confrontate a continue riforme politiche», ha constatato venerdì il presidente dell’USC, Hansjörg Walter, durante una conferenza stampa a Berna.

Negli ultimi anni, i prezzi alla produzione hanno subito un crollo di oltre il 25%. La pressione economica e l’assenza di prospettive hanno lasciato il segno: dal 1990, un’azienda agricola su tre (30’000 ca.) ha chiuso definitivamente i battenti.

Priorità all’OMC

Per l’USC occorre fissare delle priorità. «Prima di avviare i negoziati di libero scambio con l’Unione europea (UE), bisogna aspettare la fine delle trattative con l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) che stanno entrando in una fase decisiva», ha affermato Hansjörg Walter.

Solo quando saranno resi noti i risultati del ciclo dei negoziati di Doha si potrà passare alle tappe successive, come un accordo di libero scambio con l’UE.

La visione ottimista…

Secondo i primi calcoli dell’USC, un accordo di libero scambio potrebbe portare nuove opportunità oppure avere «conseguenze economiche catastrofiche».

Lo scenario ottimista prevede che, con l’accordo, gli introiti del settore cresceranno di un 5-20% soprattutto grazie ai tipici prodotti svizzeri mentre le spese di produzione saranno paragonabili a quelle della Germania del sud.

In questo caso l’accordo di libero scambio con l’UE permetterebbe all’agricoltura elvetica di compensare in parte le perdite degli accordi con l’OMC. I prodotti di elevata qualità infatti avrebbero maggiori possibilità sul mercato europeo.

…e quella pessimista

Nel peggiore dei casi invece, i prezzi alla produzione calerebbero a livello UE mentre i costi di produzione rimarrebbero a livello svizzero. «In questo caso, senza misure di accompagnamento di grande respiro, l’agricoltura elvetica sarebbe condannata» ha sottolineato il direttore dell’USC, Jacques Bourgeois.

«Le grandi aziende risulterebbero le più colpite», ha aggiunto Walter, precisando che la Politica agricola 2011 prevede già drastiche riduzioni del reddito contadino dell’ordine del 30-40%.

Stando ai calcoli dell’USC, in caso da un nuovo accordo con l’OMC e di intese di libero scambio, alle grandi aziende rimarrebbe in media solo il 13% del reddito attuale. Secondo il presidente dell’USC, «in simili condizioni la superficie agricola svizzera finirebbe tutta nelle mani di pochi industriali dell’agricoltura».

Occorre aspettare

Per i rappresentanti dei contadini queste cifre dimostrano che nella politica agricola non è possibile portare avanti tre dossier contemporaneamente, tanto più se legati tra loro. Il governo deve quindi attendere i risultati del ciclo di Doha prima di prendere decisioni nei confronti di Bruxelles.

L’USC chiede dunque al parlamento di procedere a una modifica completa della Politica agricola 2011 e di aumentare sostanzialmente i contributi finanziari. In caso contrario, il progetto si rivelerà una “vera e propria catastrofe per le famiglie contadini svizzere”.

swissinfo e agenzie

Nel contesto mondiale di liberalizzazione dei mercati la Svizzera vorrebbe rendere più competitivo il proprio settore agricolo.

L’Organizzazione mondiale del commercio auspica che la Svizzera riduca i suoi diritti di dogana sui prodotti agricoli importati e diminuisca le sovvenzioni all’agricoltura.

Per sopprimere gli ostacoli al libero scambio, il governo prevede di ridurre i fondi consacrati al sostegno del settore agricolo e di favorire i pagamenti diretti inerenti prestazioni d’interesse generale.

A causa delle sovvenzioni elvetiche al settore agricolo, un progetto di libero scambio con gli Stati Uniti è fallito a inizio anno.

Da allora la Svizzera valuta la possibilità di un nuovo accordo di libero scambio sull’agricoltura con l’Unione europea, anche se attualmente circa il 60% delle esportazioni di prodotti agricoli verso l’Europa dei 25 è già liberalizzato.

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