Non vi sarà referendum sul Cassis de Dijon
Il referendum contro l'introduzione in Svizzera del Cassis di Dijon è fallito: il comitato oppositore non è infatti riuscito a raccogliere le 50'000 firme necessarie.
La vicepresidente degli ecologisti elvetici Aline Trede ha comunicato giovedì sera la notizia all’Agenzia telegrafica svizzera, precisando che le firme mancanti sono circa 500. Peraltro, nemmeno 50’000 avrebbero costituito una garanzia, dato che alcune sottoscrizioni non sarebbero state validate.
L’introduzione del principio del Cassis de Dijon era stata approvata a metà giugno dal parlamento: la disposizione prevede che un prodotto omologato nell’Unione europea possa accedere al mercato elvetico senza controlli particolari. Secondo la ministra dell’economia Doris Leuthard, introducendo tale principio anche nella Confederazione i prezzi di numerosi prodotti importati potranno diminuire nettamente, generando risparmi annui pari a oltre due miliardi di franchi.
Un comitato di contadini, a fine giugno, aveva dal canto suo iniziato a raccogliere firme per lanciare un referendum. Gli oppositori contestavano segnatamente la deregolamentazione in materia di prescrizioni tecniche al commercio, temendo che ciò possa nuocere agli elevati standard ambientali e qualitativi dei prodotti svizzeri.
Gli ecologisti e l’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) avevano deciso a loro volta di sostenere il referendum per combattere la nuova disposizione. I Verdi deplorano tra l’altro l’assenza di reciprocità, evidenziando che la Svizzera si adegua alle prescrizioni europee senza pretendere una contropartita.
swissinfo.ch e agenzie
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