GemGenève: l’alta gioielleria in mostra a Ginevra, molti americani

Apre i battenti giovedì GemGenève, la fiera dedicata all'alta gioielleria di Ginevra. Fino a domenica 250 espositori mostreranno le loro creazioni nell'area di Palexpo.
(Keystone-ATS) Molti sono americani e gli organizzatori sono contenti che i dazi doganali siano stati sospesi, almeno per il momento. L’intenzione è quella di fare della nona edizione dell’appuntamento un evento popolare.
“Il nostro obiettivo non è solo quello di riunire i professionisti, ma di accogliere il pubblico e aiutarlo a scoprire il mondo della gioielleria e delle pietre preziose”, spiega all’agenzia Awp il cofondatore Ronny Totah, che insieme all’amico Thomas Faerber è stato all’origine della prima prima edizione, quella del 2018.
“I visitatori non devono sentirsi intimiditi, ma al contrario a proprio agio: tutto è stato progettato in quest’ottica”, aggiunge il professionista. A suo avviso la volontà di rendere il salone accessibile al maggior numero possibile di persone non nasconde alcun intento commerciale: ha il solo scopo di trasmettere la passione della professione, soprattutto alle giovani generazioni.
“Accogliamo partecipanti da tutto il mondo. Vengono dall’Ucraina e dall’Armenia, per esempio, e quest’anno accogliamo per la prima volta anche designer africani”, aggiunge Nadège Totah, figlia di Ronny Totah e membro del consiglio di amministrazione di GemGenève. “Sono rimasta molto colpita da una scuola in Zambia che forma giovani donne che hanno subito violenze alla creazione di gioielli: la loro determinazione è davvero qualcosa di speciale e noi vogliamo valorizzarle”.
Tra le 23 nazionalità rappresentate si trovano in gran numero gli espositori degli Stati Uniti: sono 50, più degli svizzeri, una quarantina. Gli organizzatori ammettono di aver sudato freddo sulla scia delle barriere doganali americane dapprima annunciate e poi sospese. “Se la fiera si fosse tenuta quando sono stati introdotti i dazi avremmo potuto avere problemi perché gli espositori sarebbero stati riluttanti a portare le loro merci fuori dagli Usa: ma alla fine tutti sono riusciti a venire”, spiega Ronny Totah.
Lo specialista di gioielli si aspetta che gli americani approfittino della loro presenza per fare acquisti. Questo comunque non aiuterà l’umore generale. “Un clima di insicurezza non è mai positivo”, si rammarica. GemGenève farà però del suo meglio per mettere in ombra le incertezze geopolitiche, puntando sulle nuove tendenze. “Al momento, i gioielli vintage sono molto popolari, così come quelli da uomo, in particolare le spille. Anche le pietre colorate, che aggiungono un po’ di brio con la loro appariscenza, sono molto apprezzate dai giovani”, afferma il co-organizzatore Thomas Faerber. E mentre i diamanti classici stanno attraversando una crisi dal 2022, i diamanti colorati stanno guadagnando importanza, con una minore concorrenza nel settore, notano i gioiellieri.
GemGenève offre ai visitatori anche conferenze e tavole rotonde che riuniscono gemmologi, scienziati, storici e autori specializzati. “Non badiamo a spese per far sì che visitatori ed espositori siano contenti e tornino”, spiega Totah. L’organizzazione del salone è costata “tra i 7 e gli 8 milioni di franchi”, indica l’interlocutore, senza voler quantificare le entrate generate dalle edizioni precedenti.